Roma, parte la sanatoria condoni: per abusi meno gravi basterà un architetto

Roma, pratiche di condono: quasi 200mila da chiudere entro quattro anni. Veloccia: "Via a digitalizzazione e supporto dei professionisti per abusi meno gravi"

Roma: dopo la lunga chiusura dell’ufficio per il Condono edilizio capitolino di Via di Decima, 96/102, domani 6 aprile, ripartono gli appuntamenti in presenza con il pubblico. E i quasi 100 addetti allo sportello saranno operativi per smaltire migliaia di pratiche arretrate. Obiettivo del Comune è quello di riuscire a farlo entro i prossimi quattro anni, e cioè entro la fine della consiliatura, procedendo per step e con la semplificazione delle pratiche per gli abusi meno gravi. Ecco come fare.

Roma, pratiche di condono: quasi 200mila da chiudere entro quattro anni. Veloccia: “Via a digitalizzazione e supporto dei professionisti per abusi meno gravi”

Riapre domani lo storica sede dell’Ufficio di condono edilizio e antiabusivismo del Comune di Roma, operativo per i servizi di programmazione delle procedure del condono edilizio ex lege n. 47/1985, ex lege n. 724/1994 nonché del nuovo condono edilizio ex lege n. 326/2003; revoche e acquisizioni al patrimonio; procedure connesse al rilascio – diniego per i certificati di agibilità; gestione rimborsi rateizzazioni e cassa e gestione del contenzioso connesso alle attività della U.O.

Oltre a riprendere gli appuntamenti in presenza, ad attendere uno staff rafforzato di 100 addetti allo sportello, anche un lavoro improbo, e cioè quello di una mole enorme di pratiche arretrate. Parliamo di circa 200mila pratiche il cui iter si è fermato per la chiusura legata prima alla pandemia e successivamente ai lavori di eliminazione dell’amianto.

Un bel problema considerando che ci sono pratiche da avallare o respingere, risalenti al condono del 1985. Di questa mole, l’Assessorato all’Pianificazione urbana, fa presente che un po’ meno della metà dei documenti sono stati già movimentati, con la richiesta di lavorazione provenuta dagli utenti, e per meno della metà di queste ultime, è stata sollecitata l’urgenza.Restano indietro più di 100mila pratiche.

Dall’Assessore Veloccia una nota tranquillizzante arriva nelle ultime ore, confermando che una squadra efficace sta provvedendo a smaltire il lavoro arretrato dando priorità alle pratiche urgenti, che dovrebbero essere terminate per la fine del mese prossimo.

Per i casi di abuso meno grave: certificato e deposito al Comune di un professionista

La conclusione del lavoro complessivo dovrà comunque tentare l’impossibile, e cioè la fine della consiliatura, confidando anche nella complicità della digitalizzazione delle carte a sul supporto di professionisti del settore (architetti).

Via alla digitalizzazione di tutto il materiale quindi, più facile a dirsi che a farsi, essendo sparso per i vari archivi, ma via anche alla semplificazione e accelerazione dell’approvazione di alcune domande, ossia quelle meno gravi e complesse.

A ricadere tra queste fattispecie, c’è il caso ad esempio della necessità di sanare una tettoia o una finestra, considerati abusi meno gravi. In tal basterà di fatto l’asseverazione (certificazione della conformità), e un’autocertificazione di un professionista. La figura del professionista sarà in tal senso fondamentale, saranno loro infatti a depositare la loro certificazione presso l’amministrazione, che dovrà poi controllare (a campione) e, in caso di mancata risposta, la domanda sarà da ritenersi convalidata. Tramite la digitalizzazione, gli stessi professionisti avranno anche facilmente accesso al fascicolo.

Per questa operazione di smaltimento pratiche e anche di rafforzamento dello staff, il Comune ha gia stanziato 2,5 milioni di euro, con gli obiettivi che l’Assessore Veloccia ha così dettagliato:

“Con la digitalizzazione della carte, ridurremo i tempi e risparmieremo la carta, e potremo coinvolgere i professionisti, con l’accesso al fascicolo digitale, nella validazione delle domande. Per gli abusi minori il tecnico di parte effettuerà tutti i calcoli, le verifiche di preistruttoria e li depositerà all’amministrazione, che in qualche caso farà controlli a campione, altrimenti varrà il silenzio assenso. In quest’ottica e stato pure stretto una intesa con l’Ordine degli architetti per assicurare la massima correttezza delle procedure – ha proseguito l’Assessore – Per quanto riguarda i casi più complessi, ossia quelli che riguardano vincoli paesaggistici o aree più ampie, la verifica sarà fatta per gli attuali canoni”.

130mila pratiche ferme e il mancato accesso al bonus 110 per cento

Per oltre 130mila pratiche la faccenda si complica. Chi ha comunicato domanda, visto tutto il tempo passato, non ha più spinto per la loro chiusura e di molte si sono perse le tracce (suddivise nei vari archivi). Per questo ginepraio burocratico, molti cittadini romani si sono  visti negata la possibilità all’erogazione del bonus del 110 per cento per la ristrutturazione di casa, ancora in attesa dell’esito delle loro domande, ed ora, resta l’unica speranza di una matassa sbrogliata in almeno quattro anni, stando alle ottimistiche previsioni dell’Assessorato.

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