Roma, sparò al petto per debito di droga: 18 anni al boss David Longo

David Longo, ritenuto boss emergente vicino al clan Cordaro, condannato a 18 anni di carcere per tentato omicidio con l'aggravante del metodo mafioso

Solo per un caso Giovanni Monreale, la vittima designata, centrato all’addome da un unico colpo di pistola, non era finito ammazzato in mezzo ai passanti in via dell’Archeologia. Ora per David Longo, boss di Tor Bella Monaca, ritenuto vicino al clan Cordaro, l’uomo che nel novembre del 2016, sparò per uccidere certo che nessuno avrebbe fatto il suo nome, è arrivata la condanna a 18 anni di carcere per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e porto abusivo di arma da fuoco.

David Longo, ritenuto boss emergente vicino al clan Cordaro, condannato a 18 anni di carcere per tentato omicidio con l’aggravante del metodo mafioso

Subito dopo quello sparo Longo, temendo di essere sottoposto al “guanto di paraffina”, era scappato da Tor Bella Monaca e aveva chiesto a un amico di aiutarlo a nascondersi a Guidonia. Per questo il boss emergente di Tor Bella diventata per gli inquirenti in alcune zone la Scampia romana, era riuscito a sfuggire alle indagini. L’arresto per il mancato omicidio scatta solo quattro anni dopo.

I fatti contestati dal pm della Dda di Roma Simona Marrazza risalgono alla sera del 25 novembre 2016. David Longo pretendeva da Montereale la restituzione di un’ingente somma di denaro per un debito di droga. Ne era nata una violenta lite e il trentenne romano scarcerato da poco più di un mese, davanti a più di un testimone, aveva tirato fuori la pistola centrando l’altro all’addome, poi ricoverato in prognosi riservata.

“Ci sparano”

Ad accompagnarlo in ospedale la sua compagna. Era stata invece la cognata a chiedere l’intervento della polizia: “Guarda fate arriva’ subito tutte le pattuglie a Tor Bella Monaca, all’R5, ce stanno a sparà”, per poi aggiungere a un uomo lì vicino che le chiedeva come si chiamasse l’autore della sparatoria: “Nun me ne frega un c..o! Quello annamo a trovà”.
Longo era già stato arrestato dalla Mobile nel luglio 2016 insieme ad altre 36 persone nell’operazione che aveva smantellato l’attività criminale del clan Cordaro nel comparto R9 del quartiere.

Cinque mesi dopo, avrebbe sparato (secondo la sentenza di oggi) per uccidere Montereale. Poi, per sfuggire alla polizia, aveva cercato protezione da un suo vecchio amico. Quest’ultimo – poi diventato collaboratore di giustizia – aveva ospitato Longo per dieci giorni in un appartamento popolare in località Colle Fiorito di Guidonia.

A tradirlo un pranzo un Fiumicino

Il 36enne, per il tentato omicidio, era stato arrestato dalla Mobile il 16 febbraio del 2011 in un ristorante di Fiumicino. Temendo il mandato di cattura era sparito da alcuni giorni. Sull’auto aveva dei borsoni con vestiti e altri effetti personali.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

Acilia, scoperte auto rubate nel garage di una palazzina comunale (VIDEO)