C’è un fermo di polizia per la morte dell’ingegnere informatico Paolo Moroni

La polizia olandese ha fermato un cittadino nordafricano sospettato dell’omicidio dell’ingegnere informatico di Allumiere

foto di repertorio

Ha un volto e un nome il presunto killer di Paolo Moroni. Gli investigatori olandesi hanno sottoposto a stato di fermo il presunto killer dell’ingegnere informatico di Allumiere trovato morto giovedì scorso nella sua casa di Amsterdam. Si tratta di un 38enne di origini marocchine residente a Rotterdam. Ignoto il movente.

La polizia olandese ha fermato un cittadino nordafricano sospettato dell’omicidio dell’ingegnere informatico di Allumiere

Che si fosse trattato di un omicidio (leggi qui) ne erano convinti gli investigatori olandesi che avevano adottato la linea del massimo riserbo per non nuocere alle indagini. Il corpo era stato trovato con evidenti segni di violenza, anche se sulla porta e alle finestre non c’erano segni di effrazione. La notizia del fermo di polizia è stata confermata dall’avvocato della famiglia, Bruno Forestieri.

Il presunto assassino è un cittadino nordafricano e avrebbe ucciso l’italiano a coltellate. Sono tanti, però, i misteri che avvolgono la morte del 42enne, descritto da tutti come un «brillante talento italiano», con «un bagaglio di competenze notevole nel suo settore», quello cioè dello sviluppo di software, in particolare per telefonia mobile. Nelle prossime ore si svolgerà l’autopsia sul cadavere, alla quale non è ancora chiaro se potrà partecipare anche il medico legale di parte.

Nel frattempo tutta la comunità di Allumiere, il paese a due passi da Civitavecchia dove è nato Moroni, si stringe attorno alla famiglia, distrutta dal dolore e chiusa nel silenzio. Martedì i familiari saranno in Olanda per incontrare gli investigatori ma anche gli amici di Paolo, gli stessi che in questi giorni stanno cercando di racimolare informazioni su quanto sia accaduto.

La polizia sta ricostruendo il puzzle:l’uomo sospettato dell’omicidio era in possesso del cellulare della vittima e gli indizi sono contro di lui anche per via delle immagini di un video delle telecamere di sicurezza del palazzo dove Paolo aveva comprato casa recentemente e dove, giovedì scorso, ha trovato la morte. Quelle immagini potrebbero aver immortalato gli ultimi momenti di vita del 42enne e, di conseguenza, anche il volto del suo, o dei suoi, killer. Gli investigatori, che parlano di una «morte violenta», non escludono alcuna ipotesi, anche se le principali restano quelle di una rapina finita male o di un incontro poi rivelatosi pericoloso.

Moroni era uno dei “cervelli in fuga” dall’Italia. Viveva in Olanda da tredici anni e vi era tornato ad inizio mese, l’8 gennaio, dopo aver trascorso le feste nel paesino in provincia di Roma. Nessuno si sarebbe aspettato di ricevere una notizia così drammatica. «Paolo era un lavoratore stimato, con un notevole bagaglio di conoscenze nel suo ambito – lo ricorda l’avvocato -. Nel suo passato non c’è nulla che potesse far pensare alla terribile tragedia».

Il suo corpo senza vita è stato trovato nell’appartamento che aveva appena comprato vicino al porto. La famiglia è stata avvertita venerdì mattina della tragedia dall’unità di crisi della Farnesina, in collaborazione con i carabinieri di Civitavecchia. Sul caso, come da prassi, dovrebbe muoversi anche la procura di Roma con un fascicolo, anche se al momento a guidare le indagini è la polizia olandese. «Domani (oggi n.d.r.) – spiega l’avvocato Forestieri, che in passato si è occupato anche della Madonnina di Civitavecchia – avrò una call con un collega olandese che abbiamo trovato sul posto. Faremo il punto della situazione anche per avere più informazioni sulle indagini. Al momento le uniche notizie che ci arrivano ci vengono riportate dall’unità di crisi della Farnesina».

Giallo sulla morte di Paolo Moroni, ucciso ad Amsterdam