Ostia: scambio di persona, ingiurie e minacce. La bufera che ha travolto Stefano Pressello (VIDEO)

Il campione del mondo master di judo e assistente capo della polizia penitenziaria Stefano Pressello ha ricevuto ingiurie e minacce per uno scambio di persona.

Uno scambio di persona e poi ingiurie e minacce. E’ la bufera che ha ingiustamente travolto il campione del mondo master di judo e assistente capo della polizia penitenziaria Stefano Pressello.

Il campione del mondo master di judo e assistente capo della polizia penitenziaria Stefano Pressello ha ricevuto ingiurie e minacce per uno scambio di persona

Uno scambio di persona è costato caro al campione del mondo master di judo e assistente capo della polizia penitenziaria Stefano Pressello, residente ad Ostia. Quello che vedete nelle immagini non è lui, eppure ha ricevuto diverse minacce sui social network dove è stato ingiustamente accusato di aver pestato un manifestante durante la protesta “No Green Pass” del 9 ottobre in Piazza del Popolo a Roma. Le intimidazioni sono state dirette anche alla sua famiglia.

Non pensavo che quella foto del mondiale che ho vinto nel 2019 potesse poi travolgermi ed essere usata a scopi puramente vendicativi nei confronti dello Stato. – ha dichiarato Pressello – I fatti accaduti sabato hanno coinvolto un collega il quale si presume abbia avuto delle mancanze e si sia reso responsabile di un’aggressione. Sono cominciate ad arrivare minacce sui social privati e pubblici e ingiurie. Mi hanno minacciato di togliermi di mezzo fisicamente“.

Il capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Bernardo Petralia non ha esitato ad esprimere tutta la sua solidarietà per quanto accaduto.

Mi ha mostrato piena solidarietà da parte di tutti i colleghi e dall’amministrazione penitenziaria. Fortemente preoccupato mi ha consigliato di andare dagli inquirenti“.

Pressello ovviamente ha sporto denuncia alla Polizia Postale che ora sta lavorando per risalire ai responsabili.

Sono andato in Polizia Postale a denunciare questi crimini commessi nei miei confronti senza che io avessi fatto nulla. I social sono come un coltello. Una frase pesante pubblicamente è come se avesse accoltellato una persona. La gente purtroppo è ignorante e non capisce fino a che punto si può spingere“. – conclude Pressello.

Ancora una volta la rete, con i suoi leoni da tastiera riesce a colpire con estrema facilità una persona totalmente estranea ai fatti e con la stessa facilità, senza alcuna verifica della notizia, ha trovato altrettanti sciacalli pronti a sparare minacce, insulti e ingiurie.

Servizio di Francesca Del Mastro

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