I capelli sono un termometro dell’umore, sul quale influiscono i brutti ricordi

Quando i capelli ci condizionano l'umore. Una ricerca spiega perché, e quanto è importante la "terapia" del parrucchiere

I capelli sono per eccellenza l’aspetto che più rappresenta la vanità di un individuo, e possono rappresentare anche un vero termometro dell’umore, spesso ricordandoci quanto poco controllo abbiamo sulla nostra vita.

Quando i capelli ci condizionano l’umore: una ricerca spiega perché, e quanto è importante la “terapia” del parrucchiere

Ci sono quei giorni buoni, dove sembriamo aver fatto il bagno nel balsamo e magicamente siamo anche positive e pronte ad affrontare la giornata. Altre giornate, in cui i capelli crespi, o orribilmente e inspiegabilmente unti, se non diventano addirittura un fattore scatenante per l’ansia e l’irritazione, decisamente non aiutano a diminuire quella che c’è.

Sì, i capelli talvolta sembrano proprio entità separate che riflettono il caos della nostra vita. Ma non è ovviamente così. Il problema del nostro stato e del conseguente aspetto della nostra capigliatura siamo noi e i ricordi che colleghiamo al nostro hair style.

Naturalmente questo vale per le donne così come per gli uomini, ma nelle donne il valore del ricordo pesa un pochino di più su quanto vedono riflesso nello specchio la mattina. A spiegarlo, i ricercatori della Stanford, in uno studio intitolato “A Few Bad Hair Days Can Change Your Life”.

Una “brutta” giornata per i capelli, può trasformare il tempo assolato in uggioso. Un’esagerazione? “No – sostengono gli esperti – dei brutti capelli, come un brutto e scomodo vestito, possono influenzare l’umore perché influiscono sul modo in cui ci vediamo. In questo non banale fattore scatenante il malumore, un grande peso ha il ricordo.”  

Restare ancorati ad uno stesso look nel tempo

Quanti di noi restano ancorati ad una certa immagine nel tempo, devono sapere che, insieme allo stesso aspetto di sempre, in quanto a capelli, porteranno con loro anche una pesante zavorra (quando lo è) di ricordi legati a quel look. Ad esempio quel fidanzato a cui piaceva accarezzare i lunghi capelli, ma con il quale poi le cose sono tristemente precipitate; o quel periodo dove in ufficio, si faceva a gara di eleganza e cura nelle riunioni e negli eventi, in un lavoro che è concluso male per l’azienda e per noi. Tutto questo, è veleno che rimettiamo in circolo tutti i giorni allo stesso modo, se non affrontiamo le forbici del parrucchiere, sostengono gli psicologi della ricerca.

Lo stereotipo dei capelli lunghi come femminili, e cortissimi o rasati come gesto sensazionalistico

Ma i capelli come barometro per l’umore, e la fiducia e la stima che conseguono da un look che ci convince, spesso legato alla quantità oltre che alla forma della capigliatura, non sono un concetto nuovo. Intanto c’è lo stato legato alla salute dei capelli – praticamente una preoccupazione costante per gli uomini – ma anche l’idea che coltivare bei capelli significa coltivare la bellezza. Questo significa ed ha significato per molto tempo nelle donne una sorta di imposizione, della quale non sempre siamo facilmente capaci di uscire.

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Lo studio fa dei salti temporali nel tempo prendendo in considerazione qualche esempio estremo, ma assolutamente calzante da mettere a paragone. Nel 1944, le donne francesi avevano la testa rasata come punizione per aver collaborato con i tedeschi. Oggi, la testa rasata di una donna viene associata quasi esclusivamente agli effetti di una terapia contro il cancro. E nemmeno nello star system le cose sono diverse, il corto cortissimo o addirittura rasato, viene ancora interpretato come un gesto sensazionalistico, un fatto culturale. Insomma con un significato o una moda che passerà! (Tanto i capelli ricrescono).

Che si tratti di rottura o di pacificazione con il nostro inquilino (i capelli), la recuperata felicità e auto-stima, passa anche attraverso il rapporto con un bravo parrucchiere, una specie di dottore del look. Noi lo banalizziamo ma, confermato dalla Stanford: “è una delle relazioni più importanti da coltivare.”

Va trovato quello giusto, e spesso le prime “visite” sono scomode ma necessarie, per fare conoscenza, e non senza errori. Ma alla fine, sarà proprio lui o lei, a snocciolare stili che si adattano alla forma del nostro viso, buoni prodotti per la salute dei capelli e di conseguenza degli alti e bassi della nostra vita.

La terapia dei capelli può aiutare a ridurre la tristezza residua dei ricordi

La cura dei capelli come terapia dovrebbe ottenere più credito. Farsi un taglio di capelli è come la terapia della parola, la terapia al dettaglio e la cura di noi stessi, in una sessione di due ore di coccole scollegate dal resto del mondo. Un taglio di capelli davvero buono, può durare anche molto se ben fatto. E, alla fine della giornata, il tuo parrucchiere è un po ‘come il terapista che desideri. Anzitutto non giudicante, qualcuno che è sempre dalla tua parte, non importa quanto sia complicata la nostra storia.

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P.S. le mie parrucchiere hanno uno slogan stampato sulla divisa: “quando la vita prende una brutta piega, fattene fare una migliore dal tuo parrucchiere!”

Link dello studio della Stanford 

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