“Il X Municipio non comunica in lingua dei segni”. La battaglia di Giuseppe per i diritti dei sordomuti (VIDEO)

Prosegue la battaglia di un genitore preoccupato per il futuro del proprio figlio sordomuto dalla nascita. Negli uffici pubblici del Decimo Municipio non ci sarebbe ancora personale formato per comunicare nella LIS.

Prosegue la battaglia di un genitore preoccupato per il futuro del proprio figlio sordomuto: negli uffici pubblici del Decimo Municipio non ci sarebbe ancora personale formato per comunicare nella LIS.

Decimo Municipio: prosegue la battaglia di un genitore preoccupato per il futuro del proprio figlio sordomuto

Gli uffici pubblici del Decimo Municipio non sono organizzati per comunicare nella lingua dei segni”. Lo denuncia Giuseppe, genitore di un ragazzo sordomuto dalla nascita.

Nel Decimo Municipio non c’è personale formato per comunicare nella lingua dei segni”. L’appello viene da un genitore di un ragazzo sordomuto dalla nascita che chiede semplicemente di poter usufruire dei servizi pubblici come ogni altro cittadino.

Collegandosi sul sito internet del Comune di Roma  – spiega – si legge che il servizio è attivo nei municipi della Capitale, ma se vado sulla carta e anche nel pratico, il servizio Comunicazione Globale dei Sordi nel Decimo non c’è. Sono tre anni che faccio questa battaglia. Il servizio è attivo dal 2016 al 2021, ma solo in quattro municipi è stato veramente attivato.

I cittadini sordi non hanno nulla… tanto c’è l’app che ci pensa. Ma l’applicazione cosa fa, ci vogliono le persone, il contesto umano. Ora siamo in periodo di Covid con il distanziamento e le mascherine e la problematica si acutizza. Ben venga la tecnologia, ma i psichiatrici che usano la lingua dei segni, i centri sanitari… cosa c’è sul territorio del Decimo Municipio? Se ci si aggiorna un po’ si scopre che bisogna comunicare con le persone sordomute indossando la mascherina trasparente. I disabili sono più fragili di noi, bisogna sostenerli“. – conclude.

Della questione si è interessato il capogruppo di Fratelli d’Italia Pietro Malara, che ha presentato una mozione per impegnare la presidente e la giunta a promuovere le azioni necessarie ad eliminare ogni difficoltà di comunicazione, nel rispetto della dignità e dell’integrazione sociale dei soggetti diversamente abili.

Ho presentato un documento la settimana scorsa, che purtroppo è stato bocciato – ha dichiarato Malara – Sempre la solita motivazione del ‘ci stiamo lavorando’. Purtroppo questo è un argomento che non si può più rinviare. Ci sono tanti cittadini che hanno segnalato questa problematica. Non è possibile che gli uffici pubblici non abbiano personale formato per comunicare nella lingua dei segni. E soprattutto in questo periodo emergenziale, le mascherine non giocano a favore dei sordi. Non è quindi accettabile che le soluzioni siano state di alcuni tablet, dove poi purtroppo la ditta è fallita, oppure come mi è stato risposto che ci sono delle app sul telefono che possono essere utilizzate. Un’amministrazione che si rispetti deve prendere un provvedimento serio che non può essere quello di scaricare sui cittadini l’onere di risolvere da soli i loro problemi“. – conclude Malara.

Abbiamo sentito l’assessore alle politiche sociali ed educative del Decimo Municipio, Germana Paoletti, che ha confermato, in caso di necessità, la possibilità per gli operatori di utilizzare mascherine trasparenti e applicazioni per smartphone.

Siamo molto sensibili alla problematica – ha dichiarato Paoletti – tanto che abbiamo concesso all’Ente Nazionale Sordi di usufruire gratuitamente della struttura di Piazza Capelvenere, ad Acilia. Bisogna però anche valutare l’incidenza del problema: nel nostro territorio sono presenti 4500 persone sorde, di cui oltre il 90% sono anziane. Inoltre non abbiamo ricevuta alcuna segnalazione su nessun tipo di disabilità”. – ha concluso Paoletti.

Servizio di Francesco Ferraro

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