Roma, Quartiere Africano. Gli agenti della Polizia Postale circondano una palazzina. All’interno abita un 25enne romano: i poliziotti, attraverso una lunga e complessa indagine informatica hanno scoperto che fa parte di una rete internazionale di pedofili.
Tutte le tracce informatiche riconducono a lui: gli agenti hanno ricostruito, clic dopo clic, ogni sua attività online e il fitto scambio di materiale pedopornografico con altri esponenti della rete.
La Polizia Postale scopre l’identità di un pedofilo: si tratta di un 25enne romano
Da tempo l’uomo, attraverso nickname, account anonimi e connessioni cifrate, scambia video e foto con la rete internazionale di criminali.
Per eludere i controlli e confondere gli investigatori, il pedofilo 25enne utilizza una rete wi-fi pubblica, un nome falso e un account online sulla piattaforma di un provider estero a cui accede con dati personali fittizi.
Gli investigatori della Polizia Postale però riescono a individuare il luogo da cui A.G.G. – queste le iniziali dell’uomo – si è connesso a internet: con una serie di incroci gli agenti risalgono alla sua utenza telefonica.
A quel punto manca solo il riscontro fisico per inchiodarlo definitivamente. I poliziotti entrano in casa del 25enne: la perquisizione domiciliare conferma quanto scoperto attraverso le indagini. In casa dell’uomo viene ritrovato l’archivio con tutto il materiale pedopornografico.
A quel punto scatta l’arresto in flagranza di reato: il Giudice per le Indagini Preliminari convalida il fermo e A.G.G., incensurato, dispone la custodia cautelare ai domiciliari.
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