Cani in grado di scoprire i positivi al covid: esercitazione di Italpol

Arrivano i cani anti-covid: una razza speciale in grado di riconoscere i passeggeri positivi al virus. Il progetto Italpol

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Per scovare i positivi al coronavirus non servono tamponi o test sierologici: ci pensano i cani anti-covid. Si tratta di una razza speciale, i pastori belgi e olandesi: animali dall’olfatto sviluppatissimo, già utilizzati dagli artificieri e dalle squadre della Polizia antidroga per scoprire esplosivi e stupefacenti nascosti. Un’esercitazione si è svolta in tal senso oggi, mercoledì 27 gennaio, all’aeroporto di Fiumicino e alla stazione Termini.

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Il miglior amico dell’uomo si rivela ancora una volta il miglior alleato della nostra specie: i cani sono in grado di percepire la presenza del virus in pochi secondi, annusando le persone a distanza. Ad addestrare i preziosi lupoidi è l’azienda Italpol, che oggi ha condotto un’esercitazione autonoma per presentare il loro progetto.

“Addestriamo gli animali, che hanno un fiuto estremamente potente, a riconoscere l’odore prodotto dalla pelle dei contagiati”, spiega Antonio Del Greco, direttore operativo Italpol. In circa cinque-sei mesi li rendiamo in grado di distinguere perfettamente le persone positive e quelle negative”.

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Il Direttore operativo dell’Italpol Antonio Del Greco (a destra), con l’istruttore e uno dei cani specializzati nella ricerca di positivi al covid19

“In pochi secondi – prosegue Del Greco – riconoscono le persone affette dal virus e le puntano, a distanza. A quel punto si può procedere con il tampone di verifica”, sottolinea il direttore operativo di Italpol.

I protagonisti oggi, tra i primi cani addestrati, sono stati «Punish», un pastore belga di 6 anni, e due pastori olandesi, «Lucy» di 5 e «Max» di un anno e mezzo, che si sono aggirati tra i passeggeri alla loro uscita. Gli animali sono stati preparati, con un addestramento specifico per l’olfatto, a fiutare la presenza di molecole Covid, con un possibile impiego operativo, in futuro e se e quando autorizzato dalle Autorità competenti, in luoghi come aeroporti, stazioni, metropolitane, ecc., dando un contributo al tracciamento del virus.

«È un progetto di Italpol in collaborazione con la ‘Security Dogs‘, che addestra i cani, per poter agevolare, in modo più rapido, i servizi di controllo in ambito pubblico, come stazioni, metro, aeroporti – spiega il Direttore Operativo di Italpol, Antonio Del Greco – dove il cane riesce a scovare le molecole Covid ed individua nelle file, ad esempio, le persone che danno un elemento di sospetto sanitario. È ovvio che poi c’è bisogno di personale tecnico specializzato per comprovare o meno, con il tampone, la positività. Stiamo testando i primi cani e contiamo di prepararne il più possibile. I pastori belga ed olandese stanno mostrando una sensibilità specifica per questo tipo di attività». «Sono cani in grado di rispondere anche alle esigenze dell’emergenza da pandemia – sottolinea Massimiliano Macera, amministratore ‘Security Dogs’ – Studi internazionali stanno dimostrando che sono in grado di discriminare il Covid. Sono selezionati per una discriminazione olfattiva come ricerca ed in 6-8 settimane è possibile portare a casa un buon risultato. Ci rifacciamo ad esperienze e studi cominciati, durante la pandemia, a luglio. Il nostro approccio è molto rigoroso e scientifico: in Italia non esistono ancora dei protocolli e tutto ciò è ancora nell’ambito della sperimentazione. Per un possibile impiego aspettiamo di confrontarci con tutti gli esperti del settore e della medicina».

Anche in Europa l’utilizzo dei coraggiosi animali nella lotta all’epidemia sta facendo passi avanti. Esercitazioni si sono svolte nell’aeroporto di Parigi e in quello di Helsinki, con risultati eccellenti.

Il servizio sperimentale dell’Italpol si è ripetuto con successo anche presso la stazione Termini.

I fedeli compagni degli esseri umani, dunque, oltre a permettere di scoprire droga ed esplosivi nascosti, riescono ad aiutare la nostra specie anche nella lotta contro il nemico più subdolo e pericoloso: il covid-19. In Europa sono in una fase avanzata anche le ricerche di un possibile impiego dei cani nella ricerca di odori legati al cancro in soggetti non ancora diagnosticati (leggi il dettaglio qui)

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