Covid-19, ambulanze bloccate: è caccia ai posti-letto

Carenza di posti-letto e ambulanze ferme con i pazienti a bordo

Oltre quaranta ambulanze bloccate impiegate come posti-letto temporanei per malati covid in attesa che si liberino spazi nei reparti specializzati. Si calcola che siano oltre trecento i positivi sintomatici dislocati nei diversi reparti di degenza d’urgenza in attesa di essere collocati in reparti covid.

Come abbiamo anticipato in questo articolo, diventa sempre più insostenibile la situazione nei pronto soccorso degli ospedali romani. La seconda ondata dell’epidemia ha trovato impreparata le strutture sanitarie e messo in crisi i servizi dell’emergenza; nonostante la Regione Lazio e le Asl stiano cercando di porre rimedio, i pazienti infetti stanno invadendo i pronto soccorso portandoli verso il collasso.

Il report orario Ares 118 della notte scorsa ha mostrato una crescita esponenziale di un fenomeno che sta mettendo a dura prova l’organizzazione dei soccorsi: oltre 40 ambulanze sono state bloccate presso i pronto soccorso con pazienti a bordo, anche in condizioni di salute gravi. Alle 20,00 di ieri sera, a Roma e dintorni stazionavano in attesa da oltre mezz’ora con il malato all’interno ben 9 codici rossi (due Policlinico Casilino, uno San Sebastiano Frascati, uno San Giovanni, due Sandro Pertini, uno Sant’Andrea, uno Umberto I e uno Vannini) e 25 codici gialli.

Tra i pronto soccorso più ingolfati figurano il Sandro Pertini (sette ambulanze), il Policlinico Tor Vergata (sei ambulanze e, con quattro ambulanze in sosta, Policlinico Casilino, Ospedale dei Castelli, Grassi di Ostia e Vannini.

Secondo gli operatori dell’emergenza, si calcola cha oltre trecento malati covid sono dislocati nei diversi pronto soccorso in attesa di una collocazione adeguata. Chiariamo che gli “infetti” in degenza temporanea non sono a diretto contatto con il cosiddetto “percorso pulito” ma è chiaro che con il passare delle ore le attività di assistenza ai pazienti no-covid si fanno sempre più complesse e a rischio.  E’ evidente che quei malati “in parcheggio” sottraggono risorse e spazi preziosi per i pazienti no-covid che hanno bisogno di assistenza urgente. Al pronto soccorso del “Grassi” di Ostia, per esempio, i malati covid-19 sono saliti a 35.

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