Violati i dati personali dei clienti Tim: 13 arresti, coinvolti dipendenti infedeli della compagnia

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In questo ultimo anno un milione e 200mila dati sensibili di clienti Tim, custoditi nei server della compagnia, sono stati hackerati e rubati da alcuni dipendenti della società per essere rivenduti a call center privati. Un raffinato sistema di furto di informazioni personali smantellato oggi dalla Procura di Roma e dalla Polizia Postale: il gip di Roma ha emesso venti misure cautelari (13 ai domiciliari e sette obblighi di dimora) nei confronti di altrettante persone, grazie alle indagini condotte nell’ambito dell’operazione “Data Room”.

Rubati i dati sensibili di centinaia di migliaia di clienti Tim: 13 arresti

Grazie all’operazione “Data Room”, coordinata dalla Polizia postale e dalla procura di Roma, è stato scoperto e smantellato un sistema di hackeraggio e violazione dei dati personali e sensibili di centinaia di migliaia di clienti della compagnia telefonica Tim.

Sono 13 le persone finite agli arresti domiciliari e 7 sono state raggiunte da un obbligo di dimora, tra Roma e la Campania. È la prima volta che vengono applicate misure cautelari per reati di violazione della privacy.

Secondo gli inquirenti gli indagati avevano orchestrato la sottrazione dei dati riservati dei clienti Tim per rivenderli ai call center di società private. Dati relativi a informazioni personali dei clienti, in teoria protetti dall’assoluta riservatezza garantita dai server Tim. E che invece venivano saccheggiati senza problemi, e rivenduti in cambio di denaro.

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Coinvolti anche “intermediari” che si occupavano di gestire il commercio illecito delle informazioni estratte dalle banche dati, e i titolari di call center telefonici che sfruttavano informazioni per contattare i potenziali clienti e lucrare le previste commissioni per ogni portabilità del numero che arrivano fino a 400 euro per ogni contratto stipulato.

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