Il countdown sta per scadere. Ancora pochi giorni e Glassboy sbarcherà nelle “sale cinematografiche virtuali”.
Glassboy, un family movie di grande attualità
Il family movie, come ama definirlo il regista Samuele Rossi, debutterà, infatti, l’1 febbraio in streaming-on demand sulle principali piattaforme che operano in Italia, come Sky Primafila, Google Play, Infinity, Chili, Appletv e Rakuten Tv. Il film, della Solaria in collaborazione con Minerva Pictures, si ispira al romanzo “Il bambino di vetro” di Fabrizio Silei, vincitore del premio Andersen 2012.
La pellicola ha già riscosso un ottimo successo nei festival. Ha vinto il 64° PÖFF: Black Nights Film Festival di Tallin ed è stato l’unico lungometraggio italiano nella sua sezione al 15° Giffoni Film Festival.
Nel cast, Andrea Arru, Giorgia Wurth, Loretta Goggi, Massimo De Lorenzo, Giorgio Colangeli, David Paryla, Rosa Barbolini, Gabriel Mannozzi De Cristofaro, Mia Pomelari e Stefano Trapuzzano.
Glassboy è un film di grande attualità, per e con i ragazzi. La pellicola, infatti, non solo usa il linguaggio dei giovani, ma racconta anche la loro storia. La trama è stata scritta per rappresentarli e in modo che essi stessi si potessero riconoscere nei volti e nelle parole degli attori. Il regista ha confermato d’essersi ispirato ad alcuni pilastri del cinema per ragazzi come Stand by me, E.T., e I Goonies.
“Volevo creare un film forte, incisivo, che coinvolgesse il pubblico e riflettesse la purezza e l’autenticità dell’infanzia – ha dichiarato Samuele Rossi. – Tanti i cambiamenti rispetto al libro di Silei a cominciare dall’ambientazione, passata da fine ‘800 ai giorni nostri. Per me l’importante era non perdere l’energia e il modo autentico che ha Fabrizio di raccontare l’infanzia” – conclude Samuele Rossi.
Nel cast anche Gabriel, giovane attore di Centro Giano che studia recitazione ad Acilia
Tra “Gli Snerd”, il gruppo di amici di Pino, il protagonista, c’è anche un ragazzo di Centro Giano, a Roma: Gabriel Mannozzi De Cristofaro (Domenico, soprannominato “The Bomb”), che ha iniziato a studiare recitazione a 5 anni e mezzo, ma già da prima dimostrava interesse a salire sul palcoscenico. Gabriel ha mosso i primi passi e studia ancora presso la scuola di Acilia Idea Danza Step Up diretta da Marcello Sindici.
“E’ un predestinato – commenta Marcello Sindici, direttore artistico di Idea Danza Step Up – è figlio d’arte, la mamma è maestra di canto e il papà attore. Ha iniziato a recitare da piccolino per emulazione, ma i genitori raccontano che già verso i 7, 8 anni era evidente il suo ‘istinto talentuoso’. Da noi studia principalmente recitazione, ma anche canto, musica e danza. Nonostante le tante ore trascorse con noi, ha un buonissimo profitto a scuola ed è molto educato. Insomma, è un ragazzo modello, anche se con i perdonabili vizi del figlio unico.
Avere Gabriel nel nostro ‘vivaio’ – prosegue – per noi è motivo di grande orgoglio. Siamo forse il centro di formazione più storico del territorio. Siamo ad Acilia dal 1985 e nasciamo come scuola di danza, ma da una quindicina di anni, abbiamo allargato le nostre sezioni anche a materie come il canto e la recitazione. Sono tantissimi i ragazzi che usciti dal nostro centro hanno intrapreso la carriera artistica, ad esempio nei musical.
Quello che ci riconoscono nel quartiere però non è soltanto la competenza e i risultati ottenuti, ma soprattutto il fatto di essere una realtà di ‘recupero sociale’. Oltre un luogo deputato alla formazione artistica, siamo punto di aggregazione, che mette al centro la persona.
Un ruolo che purtroppo in questi mesi abbiamo dovuto interrompere causa Covid. Come tante altre scuole, infatti, siamo chiusi da marzo (escluse le brevi parentesi di settembre e ottobre). Molte mamme ci hanno segnalato che la chiusura ha arrecato un forte disagio alle famiglie. Ai ragazzi mancano le attività svolte qui, sia da un punto di vista fisico-atletico che di aggregazione e condivisione“. – ha concluso Sindici.
Sinossi del film “Glassboy”
Un racconto avventuroso dal sapore di fiaba (con ragazzini attratti più dalle bici che dagli smartphone) che affronta i temi dell’amicizia, dell’inclusione, della fragilità, dell’emancipazione, ma che è anche fatalmente sovrapponibile alla condizione contemporanea dei bambini costretti a casa dal Coronavirus.
Un fazzoletto blu annodato al collo, una mappa, un fucile a elastico: che altro serve per essere felici? Costretto in casa da una misteriosa malattia, Pino guarda la vita scorrere oltre la finestra. Ma oggi è successo qualcosa di straordinario. I ragazzi del quartiere, che si stanno preparando alla battaglia, l’hanno ammesso nella banda: Pino, il “bambino di vetro”, troppo fragile per vivere, è pronto a combattere al fianco dei nuovi amici. Ma sulla felicità appena assaporata si allungano le ombre: il corpo che non tiene il passo dei desideri, l’ansia dei genitori, lo zelo di una nonna (Loretta Goggi) decisamente troppo apprensiva.
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