Ha scatenato un acceso dibattito in queste ore, la campagna #buonamovida, rilanciata da Roma Capitale per sensibilizzare i giovani sui pericoli dell’abuso di alcol. Al centro della polemica, il “kit post-sbornia” distribuito dall’Amministrazione, contenente sacchetti per vomito, fazzoletti, braccialetti con numeri di emergenza e t-shirt con scritte ironiche sull’ubriachezza.
Ritorna la campagna #buonamovida con il fumetto “Frank” e il “Kit post sbornia” per una movida responsabile a Roma
L’iniziativa sulla “movida sicura” che divide
E’ ripartita a Roma la campagna #buonamovida, l’iniziativa che mira a promuovere una movida “sana”, contrastando gli eccessi e i comportamenti pericolosi legati all’abuso di alcol, puntando i riflettori su “Frank”, il personaggio a fumetti nato dalla creatività di due studentesse della NABA, vincitrici del concorso “Socially Correct”.
L’intento dichiarato della campagna è quello di responsabilizzare i giovani e prevenire comportamenti pericolosi, come la guida in stato di ebbrezza. Tuttavia, l’approccio scelto dall’Amministrazione Capitolina avrebbe suscitato più critiche che consensi.
Ecoitaliasolidale: “Rischio di sottovalutare la responsabilità sociale”
I primi ad esprimerle sono stati i rappresentanti del movimento ecologista Ecoitaliasolidale, che tramite i propri canali non ha fatto mistero di alcune perplessità riguardo alla campagna, ritenendo che, pur partendo da buone intenzioni, rischi di non affrontare il problema in modo adeguato.
Intanto c’è lui, “Frank”, il fumetto protagonista della campagna, un personaggio che, con il suo linguaggio diretto e ironico, si rivolge ai giovani per trasmettere messaggi importanti sulla sicurezza e il divertimento consapevole e nato dall’idea di due studentesse della NABA.
E poi c’è il “Drunk Friend Rescue Kit” (kit anti sbornia) per rafforzare l’efficacia della campagna, e distribuito gratuitamente in un circuito di locali della città, frequentati principalmente da giovani tra i 18 e i 30 anni, che contiene in una pratica sacca di tessuto, tutto il necessario per “salvare la serata”: sacchetti per il vomito, fazzoletti, braccialetti con numeri di emergenza e altri utili accessori.
“E’ un’iniziativa chenon sembra affatto promuovere una cultura della responsabilità sociale – ha dichiarato Ecoitaliasolidale -, ma potrebbe essere addirittura interpretata come un tentativo di “normalizzare” il comportamento da ubriaco, riducendo un problema serio a una questione di emergenza facilmente risolvibile con un kit”.
Un messaggio fuorviante: l’alcol non si “gestisce” con un kit
La critiche, sono legate più che mai al messaggio trasmesso dalla campagna: “Sembra quello di un divertimento notturno che può essere “gestito” con qualche semplice accessorio – aggiunge Ecoitaliasolidale, per voce di Piergiorgio Benvenuti -. Ma l’abuso di alcol non è un comportamento che può essere risolto con un sacchetto per vomitare o con un braccialetto con i numeri di emergenza. La vera sfida è educare i giovani a una movida consapevole, che promuova il divertimento responsabile e il rispetto per la propria salute e quella degli altri“.
Proposte alternative: educazione e prevenzione
Il dito puntato sull’Amministrazione capitolina e l’iniziativa buonamovida, che avrebbe dovuto puntare su iniziative diverse e più efficaci per educare i giovani sui rischi legati all’abuso di alcol, arriva anche da Stefano Erbaggi, Consigliere del Comune di Roma per Fratelli d’Italia, con un video che è tutto un “meme” sull’iniziativa, e su cosa si sarebbe potuto fare di alternativo, tra l’incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici e il ricorso ai taxi solidali:
“E’ una cosa inutile e surreale – commenta Erbaggi -, che contiene perfino un vademecum su come affrontare un’ubriacatura perfetta, che culmina con lo sdraiarsi per terra e dormire sul marciapiede“.
L’appello di Ecoitaliasolidale: “Rivedere l’approccio e puntare sulla prevenzione”
Ecoitaliasolidale intanto ha invitato in una nota il Comune di Roma a rivedere l’approccio adottato con la campagna #buonamovida, focalizzandosi su azioni concrete e di lungo periodo per la prevenzione dell’abuso di alcol.
“Invece di offrire un kit per affrontare la sbornia, sarebbe auspicabile che l’Amministrazione proponesse soluzioni strutturate che educano i giovani a fare scelte più responsabili, in grado di evitare i rischi legati all’alcol e di garantire un divertimento sano, sicuro e rispettoso verso sé stessi e gli altri” – concludono.