È stato rinviato a giudizio Flavio F., il camionista 48enne che nel dicembre 2022 con il suo tir travolse e uccise Alessia Sbal sul Grande Raccordo Anulare, poco prima dello svincolo per Casalotti. Il giudice ha negato, però all’imputato, il rito abbreviato che gli avrebbe garantito lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Sarà processato col rito ordinario e sia per l’omicidio stradale che per l’omissione di soccorso.
Il camionista viene contestato sia l’omicidio stradale che l’omissione di soccorso
L’uomo poco prima dell’investimento – era il 4 dicembre del 2022 – aveva ‘discusso’, poche parole, con la vittima, una 42enne estetista di Ciampino, quel giorno al volante della sua Panda. Lei sosteneva di essere stata urtata dal tir, tanto che aveva chiamato anche il 112, e aveva invitato il camionista a fermarsi in corsia di emergenza per discutere. Poi la ripartenza del tir e la tragedia.
Dai test sull’indagato erano state poi trovate tracce di cocaina, alcol e cannabis. Per questo motivo la difesa dell’uomo contava sul procedimento col rito abbreviato condizionato a tre diverse perizie.
La prima sulla dinamica dell’incidente; la seconda in grado di capire se dall’interno della cabina il camionista potesse sentire le voci provenienti dall’esterno e la terza per dirimere quanto dichiarato dall’imputato. L’indagato sostiene infatti di non aver assunto alcolici o stupefacenti quel giorno.
Il giudice, però, oggi, martedì 6 febbraio 2024, ha respinto la richiesta della difesa e disposto che il processo venga svolto col rito ordinario.
Una indagine in salita
In un primo momento la procura aveva proceduto nei confronti del camionista solo per l’omissione di soccorso, non ritenendo di avere sufficienti indizi per contestare anche l’omicidio stradale, Poi l’inchiesta – sollecitata anche dalla battaglia per la verità della famiglia Sbal – ha preso un’altra piega.
Il fermo per l’uomo era infatti scattato solo con una seconda contestazione. Da parte sua il camionista ha sempre continuato a professarsi innocente anche per l’omissione di soccorso. “Non sono scappato via, ma solo ripartito. Non ho visto quella donna a terra. Come sarei potuto scappare”.
Al centro delle indagini, però, sono le telefonate che l’estetista di Ciampino ha fatto al 112 per chiedere aiuto dopo che il tir aveva urtato la sua Panda.
La famiglia Sbal è sempre stata convinta che l’uomo non può non aver visto. “Sapeva che Alessia era lì aveva parlato con lei fino a qualche secondo prima. Come ha potuto ucciderla?”, lo sfogo della sorella.
In una telefonata di Alessia Sbal al 112 si sentirebbe anche la voce di sottofondo del camionista dire “Io me ne vado, io non ti ho fatto niente”. Poi l’investimento e il tir che si allontana.