Dino Petrow uno dei due cugini di origine bulgara arrestati per l’omicidio di Alexandru Ivan, il 14enne ucciso a colpi di pistola a Pantano, è un invalido civile: ha problemi di natura psichiatrica. La relativa pensione gli è stata riconosciuta l’anno scorso. E il suo difensore potrebbe far leva proprio su questa carta per tentare di scagionarlo dall’accusa di omicidio volontario in concorso del cugino Corum e di altri due fratelli, pure loro stranieri, ricercati da giorni.
Per Dino Petrow il difensore tira fuori la carta dei problemi psichiatrici. Al vaglio la richiesta di una eventuale perizia
Nulla è ancora chiaro sull’omicidio di Alex, il 14enne ucciso a colpi di pistola a Pantano. Ne’ il movente, ne’ chi abbia esploso i colpi allo sbaraglio costati la vita all’adolescente portato lì dal patrigno, Tiberius Maciuca, deciso ad avere un chiarimento per un litigio che aveva avuto qualche ora prima in un bar della Borghesiana in presenza proprio di Dino Petrow.
Mentre i carabinieri danno ancora la caccia a due dei quattro uomini che hanno sparato da più auto in corsa si stanno definendo, però, le difese di chi è già stato assicurato alla giustizia, i cugini Petrow.
Corum Petrov (nel suo caso il cognome finisce con la “v”) che si è costituito nella caserma dei carabinieri di Frascati, assistito dall’avvocato Luca Guerra, giura che non è stato lui a sparare.
La difesa
Dino che è stato arrestato a Treviso mentre tentava evidentemente di superare il confine, invece, non ha risposto. A parlare al posto suo posto è il difensore l’avvocato Fabio Frattini. “Il mio assistito ha problemi psichiatrici. E comunque sostiene che non è stato lui a sparare”.
La convalida del fermo di Dino Petrov si è tenuta oggi, sabato 20 gennaio, nel carcere di Treviso.
“Si è avvalso della facoltà di non rispondere – ha spiegato a conclusione dell’udienza l’avvocato Fabio Frattini -. Eventualmente rilasceremo delle dichiarazioni al pubblico ministero per chiarire la sua posizione”.
“Ha problemi di natura psichiatrica. Lui continua ad affermare che non c’entra assolutamente nulla – ha spiegato ancora Frattini -. Che era andato lì solo ed esclusivamente a prendere un cappuccino e un cornetto al bar“.
Che si era trovato a dividere una colluttazione che c’era fra due persone. Fra un uomo che stava seduto con lui e un’altra persona che aveva aggredita quella persona che stava con lui (il patrigno di Alex, ndr)”.
“Dino Petrow – ha riferito ancora il legale – sostiene di essere tornato a casa e poi di essere stato contattato per andare a chiarire. Era andato solo a chiarire, assolutamente non per fare quello che è successo. Lui è completamente estraneo ai fatti che gli sono contestati”.
“Ora ha paura, paura infinita anche di eventuali …ritorsioni. Stava rientrando per chiarire la sua posizione, non voleva fuggire…Si era rifugiato dalla zia a Teviso per timore, ma era deciso a tornare col treno. Ha ripetuto più volte. “Cercano me, ma io con l’omicidio non c’entro assolutamente niente”.
Il funerale di Alex
Intanto sono stati fissati i funerali di Alex: si svolgeranno martedì nella chiesa ortodossa di Valmontone. Poi la famiglia deciderà, come era desiderio del padre naturale, di portare i suo resti in Romania.