Roma: questa notte poco dopo le 5.30 di domenica 7 agosto, il placido borgo di Santa’Andrea, adiacente alla fermata della stazione di Ipogeo degli Ottavi e a ridosso del parco dell’Insugherata si è svegliato con una pessima sorpresa. Il vicinato è stato infatti attirato all’esterno dall’acre odore di sterpaglie bruciate che proveniva da una delle palazzine di via del Casale Sansone.
L’incendio ha scatenato la furia dei residenti che volevano venire alle vie di fatto con il piromane e sono stati dissuasi dalle forze dell’ordine accorse sul posto
Rosanna, una residente ed ambientalista che abita proprio in uno di quegli stabili ci racconta l’accaduto: “Stavo dormendo a fatica questa notte a causa del gran caldo, e dalle finestre aperte già verso le 3 di notte proveniva una forte puzza di bruciato. Lì per lì non gli ho dato peso e mi sono rimessa a dormire. Circa due ore dopo ecco che ho sentito delle grida provenire dalla strada “Al fuoco, al fuoco” e in tantissimi siamo accorsi a vedere cosa stesse succedendo. Un uomo, identificato poi in un 66enne che abitava anche lui nelle palazzine inserite a brevissima distanza dal parco dell’Insugherata, come vedete dal video, stava dando fuoco a delle sterpaglie all’interno della sua proprietà, in via del Casale Sansone”.
“Peccato che – aggiunge la cittadina – fino al 30 settembre, a causa della emergenza incendi, c’è una apposita ordinanza comunale che vieta di fare roghi anche all’interno delle singole proprietà private, dato il forte rischio di propagazione delle fiamme. Oltretutto l’uomo stava operando con una bottiglietta d’alcol senza alcuna precauzione”.
All’arrivo dei vigili del fuoco e della polizia, l’uomo non ha battuto ciglio, non si è scomposto e ha soltanto preso un tubo dell’acqua e si è messo a spegnere quello che lui stesso aveva creato, ma il parapiglia è stato notevole, visto che alcuni minimizzavano l’accaduto, mentre altri residenti volevano malmenare il piromane e sono stati fortunatamente dissuasi dal farlo.
Al momento non è dato sapere se per questo incendio l’uomo sia stato punito, quel che è chiaro per legge è che il codice penale, in base all’articolo 423 prevede per gli incendi dolosi una sanzione sia amministrativa che la reclusione dai 3 ai 7 anni, rappresentando una seria minaccia per l’incolumità pubblica.
Questo rappresenta l’ennesimo episodio di una settimana che davvero ha visto registrare una miriade di interventi da parte dei vigili del fuoco, gli ultimi ad Acilia, dove è andato a fuoco il pratone di Via Badiali (leggi qui), un altro in zona Tor Fiscale (leggi qui) ed un altro sulla linea ferroviaria Roma-Tivoli, con fiamme sui binari del treno tra Castel Madama e Tivoli (leggi qui).
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Acilia, spaventoso incendio vicino al centro abitato: a fuoco il pratone di via Badiali