Revoca degli arresti domiciliari, ma con l’obbligo di dimora in città, per Giada Gervasi, la sindaca di Sabaudia, rimasta coinvolta a febbraio in una inchiesta su sospetti appalti pilotati che ne ha decapitato l’amministrazione spingendola alle dimissioni.
Dopo tre mesi dall’arresto revocati gli arresti domiciliari per l’ex sindaca Giada Gervasi: scatta però l’interdizione dai pubblici uffici
A stabilire la nuova misura il gip di Latina Giorgia Castriota. La revoca dei domiciliari sostituita con la misura dell’obbligo di dimora a Sabaudia è stata prevista dallo stesso giudice anche per l’allora assessore ai lavori pubblici Innocenzo D’Erme.
Per i due politici è scattata anche l’interdizione dai pubblici uffici per un anno.
La vicenda giudiziaria scaturita dall’inchiesta sulla gestione degli appalti per le gare della coppa del mondo di canottaggio, si trasferisce in tribunale, a Latina, per il giudizio immediato disposto nei confronti di Gervasi e D’Erme e di altri quattro indagati, tra cui un consigliere comunale e un funzionario comunale.
L’inchiesta, battezzata “Dune”, avrebbe ricostruito un presunto giro di corruzioni e turbative d’asta che sarebbe ruotato in particolare intorno alle concessioni demaniali e alla gestione degli appalti per i mondiali di canottaggio del 2020. Contestazioni, in parte già decadute, e che dovranno tutte essere accertate a processo.
A marzo il tribunale del riesame aveva, invece, confermato gli arresti domiciliari per l’ex sindaca facendo cadere però l’accusa di corruzione e una turbativa d’asta, tra le altre contestate.
L’avvocato Giovanni Lauretti, che assiste la Gervasi, già allora si era dichiarato moderatamente soddisfatto: “I giudici del Riesame hanno fatto cadere l’accusa più grave. Nel prosieguo del procedimento siamo convinti di poter chiarire tutte le contestazioni”.
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