
Dopo il ritrovamento di mamma e figlioletta uccise in giorni diversi a Villa Pamphili, il questore di Roma Roberto Massucci rompe il silenzio e parla apertamente di “disastro sistemico”. Una presa di posizione netta che apre un’indagine interna sulla gestione delle segnalazioni ricevute nei giorni precedenti il duplice delitto per cui è sotto accusa l’americano Francis Kaufmann.
Omicidi a Villa Pamphili, il questore Massucci parla di “fallimento del sistema” e avvia incontri con i poliziotti coinvolti. Il sindacato ribatte
“Voglio incontrare uno a uno i dieci agenti che hanno avuto a che fare con Kaufmann”, ha dichiarato Massucci nella trasmissione Chi l’ha visto? L’obiettivo è chiarire quali dinamiche abbiano portato a scelte operative che, a posteriori, appaiono non adeguate. “Non metto in dubbio la buona fede degli agenti – ha aggiunto – ma dobbiamo capire i processi cognitivi che hanno guidato quelle decisioni. Solo così possiamo aggiornare i protocolli e migliorare la preparazione di fronte a situazioni complesse”.
Il questore ha sottolineato che le responsabilità non si limitano al livello operativo, ma coinvolgono un’intera catena di controllo. “Kaufmann era già fuori controllo, segnalato più volte, anche in condizioni preoccupanti: camminava barcollando con la figlia in braccio, mentre la compagna era probabilmente già morta. Una testimone ha allertato il 112, ma si è sentita liquidare da un agente come ‘stalker’. Questo è sintomo di un sistema che ha fallito nel riconoscere il rischio”.
Secondo Massucci, la tragedia affonda le radici in un malfunzionamento che parte dagli Stati Uniti, dove Kaufmann, che si muoveva con un passaporto falso, avrebbe già mostrato segnali allarmanti, e si estende fino alla rete familiare e sociale italiana che non ha saputo o voluto intervenire. Il punto centrale, però, resta la necessità di un cambiamento culturale e operativo all’interno delle forze dell’ordine.
“Non sono qui per difendere d’ufficio i miei uomini. Il punto è capire dove e come possiamo agire meglio. Serve formazione, serve ascolto, servono strumenti aggiornati. E serve coraggio per affrontare anche i nostri limiti”, ha detto Massucci con tono diretto e autocritico.
La replica del sindacato Coisp: “Non scarichiamo la colpa sugli agenti”
A stretto giro è arrivata la risposta del sindacato di polizia Coisp, che contesta apertamente la linea del questore. In una lettera indirizzata al capo della Polizia, il segretario generale Domenico Pianese chiede un chiarimento istituzionale: “Se si parla di disastro sistemico, allora è doveroso che anche i vertici si assumano le loro responsabilità. Non si può trasformare un evento tragico in un processo contro gli agenti”.
Secondo Coisp, l’iniziativa del questore di incontrare gli agenti arriva “dopo una passerella televisiva”, mentre per giorni i colleghi sarebbero stati lasciati soli nel mirino mediatico.
Pianese denuncia il rischio che si crei un clima di sfiducia verso chi ogni giorno garantisce sicurezza: “La Polizia non può diventare il capro espiatorio di un sistema che tutti sanno essere fragile”.