Omicidio di Fregene, il figlio della vittima iscritto dalla Procura nel registro degli indagati: prelevato il Dna

Omicidio di Fregene, anche il figlio di Stefania Camboni, la vittima, è indagato dal pubblico ministero che coordina le indagini dei carabinieri

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Stefania Camboni

Il perimetro dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia sull’omicidio di Fregene si allarga. Francesco Violoni, il figlio di Stefania Camboni, la donna di 58 anni assassinata con 34 coltellate nel villino di via di Santa Teresa di Gallura è stato, infatti, iscritto nel registro degli indagati.

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Il compagno di Giada Crescenzi, reclusa in carcere e sino a ora unica sospettata per l’assassinio della futura nuora, entra a tutti gli effetti nel raggio d’azione degli inquirenti che non vogliono lasciare nulla al caso.

Soprattutto in previsione di un sopralluogo, originariamente previsto nel villino della morte per il prossimo 23 luglio, ma sospeso dopo il ritrovamento, due giorni fa, di alcuni reperti in un campo incolto vicino all’abitazione.

Tra le sterpaglie è stato trovato un coltello da cucina con una lama larga quattro centimetri compatibile con le ferite inferte alla donna e appartenente a un set Mastershef a suo tempo regalato da Giada all’ex compagno ma mancante di uno degli elementi.

La lama era seminascosta all’interno di una maglietta macchiata di sangue, con un paio di guanti e il cellulare della signora Stefania.

Riteniamo che l’iscrizione transitoria e prudenziale sia un atto dovuto -spiega l’avvocato difensore del giovane, Massimiliano Gabrielli- perché gli oggetti rinvenuti dai carabinieri sono di appartenenza ignota e bisogna accertare chi li abbia maneggiati”.

La posizione di Francesco Violoni deve essere doverosamente vagliata, a suo tempo avevamo già considerato questa ipotesi e differenziato le difese -aggiunge Gabrielli- per garantire la sua assistenza anche in questo scenario“.

Violoni si è già sottoposto al test salivare per il prelievo del Dna e alla rilevazione delle impronte digitali, elementi che saranno utilizzati per confrontarli con le tracce presenti sui reperti che potrebbero essere collegati all’omicidio.

L’avvocato Gabrielli si era già preparato all’eventualità che Violoni potesse essere iscritto nel registro degli indagati, passaggio che non significa che la Procura nutra specifici sospetti su un suo coinvolgimento nell’azione omicidiaria, ma che intende procedere ad accertamenti mirati nei suoi confronti.

Non a caso il pool che tutela gli interessi della famiglia della vittima era stato integrato con la nomina di Alessandra Guarini, legale proveniente dal foro di Biella che si è occupata oltre che di altri importanti processi penali anche di un caso di omicidio simile avvenuto in Sardegna, proprio nell’eventualità che il figlio della signora finisse per essere formalmente indagato.

Francesco Violoni sarà con ogni probabilità invitato dagli inquirenti a ricostruire con esattezza i tempi dei percorsi da lui effettuati in casa quando, alle 7.00 del mattino del 16 maggio, dopo il rientro dall’aeroporto di Fiumicino dove presta servizio come guardia giurata, avvenne il ritrovamento del cadavere a terra seminascosto da un copriletto e da alcuni cuscini e massacrato con un’arma da taglio.

Al centro delle verifiche anche le connessioni dei dispositivi sul router Wi-Fi presente nell’abitazione.

Quest’ulteriore novità lascia intendere che le indagini potrebbero riservare ulteriori sorprese.

Nessuno ha la verità in tasca

Anna Maria Anselmi e Maria Grazia Castelli, le due avvocatesse di Giada Crescenzi, accusata del reato di omicidio aggravato dalla minorata difesa e dal vincolo della coabitazione con la signora Stefania, hanno ammesso che “nessuno ha la verità in tasca” e che, con ogni probabilità, nella maglietta intrisa di macchie ematiche trovata insieme al coltello probabilmente usato dal killer sta, forse, la soluzione di un caso solo apparentemente semplice, ma in realtà molto complicato.

Si tratta di un indumento da uomo o da donna? Il Dna assorbito nelle maglie del tessuto è della vittima o del presunto assassino o appartiene a entrambi? Quali impronte e in che posizione esatta, se ci sono, sono state impresse sull’arma del delitto?

Tutti quesiti che spiegano il coinvolgimento formale nell’inchiesta anche di Francesco Violoni che rinvenne il corpo senza vita della madre al secondo piano della villetta di ritorno da una notte di lavoro in aeroporto.

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