Il Campidoglio non ci sta. Così, dopo lo schiaffo preso dal Tar che ha sospeso gli effetti della gara per l’assegnazione della concessione annuale di 31 stabilimenti balneari di Ostia, ha presentato un ricorso appellandosi al Consiglio di Stato.
Presentato dall’Avvocatura comunale il ricorso contro la decisione del Tar che ha sospeso la gara comunale per l’assegnazione di 31 stabilimenti balneari di Ostia
E’ stata l’Avvocatura comunale stamattina a presentare il ricorso al Consiglio di Stato. Si contesta la sentenza assunta dalla Sezione Quinta del Tar con la quale è stata sospesa l’efficacia del bando di gara per l’assegnazione annuale (prorogabile per ulteriori due anni) riguardante l’assegnazione di 31 stabilimenti balneari (qui l’elenco degli impianti interessati). Il bando è ancora aperto (i termini per la presentazione delle candidature scadono il 17 marzo) e, poiché la richiesta di esame presentata dal Campidoglio raccomanda l’urgenza, tra non più di tre settimane si prevede la valutazione del Consiglio di Stato.
La posizione del Tar
Come si ricorderà il Tar ha deciso la sospensiva (l’esame del provvedimento verrà fatto il 14 ottobre) principalmente per due motivazioni: la norma nazionale relativa all’affidamento delle concessioni marittime prevede l’assegnazione per un periodo da un minimo di 4 anni a un massimo di 20. Il bando lanciato dal Campidoglio, invece, riguarda la sola stagione 2025 con concessione rinnovabile (senza stabilire i criteri per l’eventuale decisione) per altri due anni.
L’altro elemento contestato dal Tar al Comune di Roma Capitale è l’introduzione delle royalty sul fatturato ovvero sull’assegnazione di un punteggio maggiore ai concorrenti del bando quanto più è alta (da un minimo del 2%) la percentuale sul fatturato dello stabilimento balneare. Questo principio, legato all’indeterminatezza della durata della concessione, per il Tar non permette di valutare il “tempo necessario a garantire l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti previsti dal piano economico-finanziario dell’aggiudicatario”.
Le ragioni addotte dall’Avvocatura comunale
In una nota emessa dall’Assessorato comunale al Demanio e Patrimonio, chiarito che “la sospensiva del TAR non annulla la gara ma ne ferma momentaneamente l’iter” viene ammesso che la sentenza mette in luce “nodi da sciogliere legati all’applicazione della normativa nazionale e regionale. Quello centrale, in particolar modo, riguarda l’assenza del Piano di Utilizzo degli Arenili (PUA), che ai sensi della legge regionale impone all’Amministrazione l’indizione di gare di durata massima annuale, mentre la norma nazionale prevede una durata da un minino di cinque ad un massimo di venti anni”.
“Rispettiamo qualsiasi pronunciamento, ma riteniamo che la nostra impostazione sia rispettosa della normativa e dei principi sanciti dalla nuova legge – conclude l’assessore Tobia Zevi – difendiamo fermamente anche l’innovazione relativa alle royalty come opportunità di reale valorizzazione del litorale”.
L’assessore conclude che, comunque, “sarà garantita la stagione balneare 2025 a beneficio di una balneazione attrezzata e sicura”. E questo significa che, anche in caso di sconfitta presso il Consiglio di Stato, il Comune di Roma Capitale non metterà i bastoni tra le ruote del normale svolgimento della stagione balneare. Che, lo scorso anno, lo ricordiamo, vide negare, per esempio, l’apertura delle discoteche sulle spiagge se non quando ormai la stagione era praticamente conclusa.