Riccardi (Udc): “Giustizia al contrario, malviventi premiati nei risarcimenti”

Sentenze controverse e iniquità: la giustizia italiana sotto accusa

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Giustizia al contrario. Le vittima pagano e i colpevoli incassano. La giustizia è malata: mille euro a un capotreno accoltellato, 480mila a un ladro ferito.

Sentenze controverse e iniquità: la giustizia italiana sotto accusa

Un capotreno accoltellato quattro volte mentre svolgeva il suo dovere riceve 1.000 euro di risarcimento e due letterine di scuse. Un ladro ferito durante un inseguimento ne ottiene 480.000.

Un padre che difende la figlia da un intruso viene condannato ai domiciliari e deve pagare 1.500 euro al malvivente, che viene subito rilasciato. Un migrante trattenuto su una nave per dieci giorni potrebbe ricevere fino a 72.000 euro.

Quale messaggio viene comunicato al cittadino onesto?

Non sono incubi kafkiani. È la giustizia italiana, quella reale, quella che amministra il diritto secondo principi che sembrano provenire da un mondo capovolto. Quale messaggio viene comunicato al cittadino onesto? Quale lezione dovrebbe apprendere il capotreno Rosario Ventura, che porta ancora addosso le cicatrici di chi ha osato chiedere un biglietto a chi riteneva di poter viaggiare gratuitamente?

La lezione è semplice: la prossima volta, voltati dall’altra parte. Non fare il tuo dovere. Non difendere te stesso, non proteggere tua figlia. In quale laboratorio ideologico è stato partorito un sistema in cui i diritti di un rapinatore valgono venti, cinquanta, cento volte più di quelli della sua vittima?

L’autonomia della Magistratura: un potere senza contrappesi

La magistratura italiana si è trasformata in una casta autoreferenziale che legifera attraverso le sentenze. Da Mani Pulite in poi ha accumulato un potere sproporzionato, creando un sistema in cui alcune toghe si sentono legittimate a riscrivere le regole della convivenza civile secondo visioni personali mascherate da interpretazioni giuridiche. E il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Con la sua autonomia priva di contrappesi e di reale controllo esterno, la magistratura italiana ha creato un universo parallelo in cui i valori sociali sono stati sovvertiti. Un universo in cui chi protegge la legge deve temere la legge stessa. Un universo in cui le sentenze non cercano giustizia, ma inseguono utopie ideologiche che premiano sempre determinati soggetti – migranti, criminali, antagonisti – e penalizzano sempre altri – lavoratori, forze dell’ordine, cittadini comuni.

Altrove non accade

Altrove non accade. In nessun Paese occidentale con una tradizione giuridica rispettabile assistiamo a questo ribaltamento sistematico. In Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, chi difende se stesso o la propria famiglia non viene trasformato in criminale. Chi fa il proprio dovere non viene punito.

Casi emblematici: un ribaltamento dei valori

Una cassiera ferita con 200 pallini da un rapinatore non solo non viene risarcita, ma deve pagare 5.800 euro di spese legali perché “troppo aggressiva” con chi la stava derubando sotto la minaccia di un’arma.

Un carabiniere che arresta un ladro deve risarcirlo perché troppo “energico”. Un poliziotto che ferisce un ladro in fuga deve versargli 60.000 euro.
Quanto può resistere una società in cui il senso di giustizia viene così sistematicamente calpestato? Quanto può durare un patto sociale in cui chi rispetta le regole viene punito e chi le infrange viene premiato?

La fiducia nel sistema giudiziario è il collante invisibile di una nazione. Quando questa fiducia si sgretola, l’intero edificio sociale inizia a vacillare.
Questo non è un allarme, è una constatazione. Non è un’ipotesi, è un processo già in atto.

Roberto Riccardi (UDC): “Una riforma radicale della giustizia è necessaria”

Il tempo delle mezze misure è finito. Serve una riforma radicale della giustizia che ristabilisca l’equilibrio tra diritti e doveri, che riporti il buon senso nelle aule dei tribunali, che ripristini il principio basilare secondo cui le vittime meritano protezione e i colpevoli devono affrontare conseguenze.
Prima che sia troppo tardi. Prima che i cittadini onesti perdano definitivamente fiducia in uno Stato che sembra stare dalla parte sbagliata.

Roberto Riccardi – Commissario UDC Roma e Città Metropolitana