Lupi nel mandorleto di Maccarese. Non una novità, ma stavolta, dopo l’avvistamento di un paio di giorni fa con tre lupi che facevano capolino vicino via Castel San Giorgio qualcuno ha sentito degli spari. Per allontanarli? O erano solo fuochi di artificio. E nel caso come tutelare lupi e residenti? Un paio di anni fa a Maccarese un lupo è stato freddato a colpi di fucile. Ma la strage continua. L’ultimo lupo è morto investito il mese scorso sempre in zona, un cucciolo di anno.
Avvistamenti, spari e investimenti mettono a repentaglio la convivenza tra l’uomo e i lupi. Cosa fare
“I lupi sono presenti sul litorale romano da una decina di anni. Da almeno un anno c’è un nucleo familiare che frequenta anche le aree intorno a Fregene e Maccarese. Nessun allarmismo restano animali elusivi che cercano di evitare incontri con gli umani – spiega Marco Antonelli, responsabile grandi carnivori WWF Italia e coordinatore del monitoraggio lupo nella Riserva del Litorale per la LIPU – Per quanto riguarda gli spari mi mi auguro che si tratti di un falso allarme. Forse erano solo dei petardi”,
Il dramma è un altro, e lo fa sapere, Antonelli con dati alla mano: dal 2013 nell’area del litorale romano almeno 12 lupi sono morti investiti.
“E altri sono stati uccisi illegalmente da bracconieri con arma da fuoco o lacci – spiega l’esperto – Specie di notte bisogna avere più prudenza alla guida e occorre segnalare il rinvenimento di lupi morti per permettere il recupero delle carcasse ed effettuare le analisi per scoprire cosa c’è dietro. Troppi lupi muoiono ancora per cause umane”. Come d’altra parte sta accadendo ai Castelli romani dove in pochi mesi sono stati investiti e uccisi almeno tre lupi.
Intanto il 22 novembre il Comune di Fiumicino ha ospitato un incontro pubblico proprio per affrontare il tema della coesistenza tra uomo e lupo, da qualche anno ricomparso nel nostro territorio con almeno due branchi. Presenti il WWF e la LIPU, che gestiscono due oasi nella Riserva, e Marco Antonelli, che coordina il monitoraggio del lupo nelle due aree.
L’insediamento del lupo
Nel 2013, per mezzo di una fototrappola, è stato individuato il primo lupo, battezzato Romolo, che si aggirava per i boschi di Castel di Guido. Si trattava del primo lupo ricomparso in quest’area dopo circa un secolo di assenza.
Circa un anno dopo Romolo è entrato in scena un altro lupo maschio, chiamato Numa e solo due anni dopo è stata avvistata la prima coppia.
A quel punto bisognava preparare la comunità alla nuova presenza, perché di lì a poco si sarebbe formato quasi sicuramente un branco.
Così è stato e si è quindi pensato di istituire un gruppo di monitoraggio che ne avrebbe supervisionato gli spostamenti, le abitudini e analizzato la biologia. Il lupo in questi anni è diventato una presenza stabile nella Riserva e nelle aree limitrofe.
I lupacchotti del 2024
Dal 2017 al 2024 nel branco di Castel di Guido sono nate 8 cucciolate accertate. Nel 2024 sono stati 5 i lupacchiotti venuti al mondo.
E nell’ultimo anno si è formato un nuovo branco che frequenta le aree di Aranova, Maccarese, Fregene e le oasi gestite dal WWF in questi territori.
Come convivere coi lupi
Le buone pratiche per una serena convivenza le spiega Antonelli: “Non lasciare cani liberi o legati in cortili o in aree frequentate da lupi. Tenere il cane al guinzaglio durante le passeggiate in natura. Non alimentare mai animali selvatici e non lasciare cibo o rifiuti organici, facilmente accessibili. Mai avvicinarsi troppo magari per fotografarli e non inseguire animali selvatici in auto”.
“È del tutto naturale – spiega Antonelli – che un lupo si stabilisca in ambienti periurbani. L’espansione delle aree urbane e la protezione legale ne hanno favorito la sua presenza anche in zone antropizzate. Quindi dobbiamo lavorare affinché venga considerato un fenomeno naturale di adattamento della specie”.
“Il lupo è in grado di riequilibrare l’impressionante esplosione demografica di prede come daini, cinghiali e nutrie. Non è un caso che sia arrivato in queste zone. La sua presenza non deve essere un problema ma se correttamente gestita può addirittura diventare un’opportunità che dà valore al territorio”.