La Cgil chiede l’intervento del Prefetto di Roma contro chi cerca di dissuadere i borseggiatori che fanno vittime centinaia di turisti ogni giorno sulle metro di Roma
La campagna di Simone Cicalone e dei suoi amici contro i borseggiatori che infestano i vagoni delle metro di Roma non piace alla Cgil. Il suo segretario romano chiede al Prefetto non già di potenziare i controlli contro il fenomeno ma di intervenire per contrastare l’iniziativa del gruppo di youtuber di prevenzione dei borseggi.
Simone Cicalone con il suo gruppo “Scuola di Botte” (690mila follower su Youtube e 227mila su Instagram) animano da sempre campagne contro la criminalità in tutta Italia e da qualche settimana si sono concentrati sull’odioso fenomeno dei borseggi che si verificano nei vagoni della metropolitana della Capitale. E’ un po’ la chiave romana della campagna condotta da Valerio Staffelli di “Striscia la notizia” sulle linee metro di Milano.
Per ragioni di sicurezza, ovviamente, l’ex pugile Simone Cicalone non gira da solo ma si attornia di amici piuttosto nerboruti (tra loro anche il campione mondiale di kickboxing Mattia Faraoni) nell’affrontare le bande di zanza che spesso sono armate di spray al peperoncino oppure girano con anonimi fiancheggiatori svelti di lama. Sulle banchine e nei treni delle metro di Roma è capitato pure che turisti o persone fragili borseggiati da questi malviventi, siano stati picchiati e ridotti a mal partito. Condizione che, dunque, si trasforma in rapina o può avere successivi sviluppi in estorsione.
I borseggiatori agiscono sfacciatamente, spesso con recidività e anche insultando chi cerca di avvisare i passeggeri di fare attenzione riguardo alla loro presenza. L’esasperazione, stante l’impotenza delle forze dell’ordine di contrastare efficacemente il fenomeno, è enorme. E la rabbia spesso sfocia in tentativi di linciaggio, com’è già accaduto.
La presenza di Simone Cicalone e dei suoi amici, che agiscono nel rispetto della legge contrastando i borseggi confinando i malviventi in punti delle banchine o dei convogli dove non possono agire, non è andata a genio alla Cgil. Così il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola, ha scritto al prefetto Lamberto Giannini “per esprimere preoccupazione per le azioni dello youtuber Simone Cicalone”. Per il rappresentante del sindacato dei lavoratori, la campagna “Lotta ai borseggiatori” è “un susseguirsi di comportamenti inaccettabili nei confronti di persone additate come intenzionate a compiere furti”.
Per carità, nessun atto di violenza (non ci sono contestazioni di polizia nei confronti di Simone Cicalone e dei suoi accompagnatori), ma per Di Cola loro sono comunque comportamenti che prefigurano una violenza privata: “dagli atti intimidatori, verbali e fisici, fino a veri e propri inseguimenti (sic, è così che li chiama il sindacalista) tra le scale della metro”.
Ora, va ripetuto che le forze dell’ordine non hanno mai riscontrato atti di violenza da parte di Cicalone o di alcuno dei suoi amici. E basta assistere a uno dei video presenti nei suoi canali social per rendersi conto che oltre alla impressionante prestanza fisica dei componenti del gruppo youtuber, non c’è una minaccia reale per chi viene sorpreso a borseggiare.
Per Di Cola, che ritiene inammissibile non i borseggi ma chi li contrasta, Cicalone e i suoi amici danno vita a “vere e proprie ronde organizzate e spettacolarizzate con video che normalizzano violenza, razzismo e un’idea distorta della legge”.
Dunque, Di Cola chiede di sostituire quelle ronde con una maggiore presenza delle forze dell’ordine nelle metro di Roma? No, manco per idea. Il sindacalista sottolinea che il convincimento della Cgil è che “la sicurezza delle persone, oltre a essere un servizio pubblico fondamentale, passi per la promozione di tutti quei valori che rendono una società più inclusiva e più includente”. Esatto, non repressione dei borseggi ma una loro accoglienza nel segno dell’inclusività.
La conclusione finale è, inevitabilmente, che la Cgil chiede al prefetto “di intervenire per contrastare fenomeni di giustizia privata”. Con buona pace dei danni diretti procurati alle vittime dei borseggi e alla drammatica caduta dell’immagine turistica di Roma.