Roma, neonato morto al Pertini tra le braccia della mamma: scoperte le cause

Il neonato era morto tra le braccia della mamma: la procura ora punta all'archiviazione del fascicolo

Un neonato

Non ci sono responsabilità per la morte del neonato morto al Sandro Pertini a soli tre giorni della nascita mentre era tra le braccia della mamma, a letto. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del fascicolo in cui si indagava per omicidio colposo.

Il neonato era morto tra le braccia della mamma: la procura ora punta all’archiviazione del fascicolo

La procura ha escluso qualsiasi responsabilità della mamma, tuttora disperata, ma anche delle infermiere e della ostetrica di turno che con regolarità avrebbero monitorato mamma e bambino.

Dalla consulenza disposta sul corpicino è emerso che si è trattato di un caso di “morte in culla”.

Gli esami autoptici eseguiti dal medico legale Luigi Cipolloni durante l’autopsia hanno accertato che si è trattato di un caso di Sids (Sudden Infant Death Syndrome), ossia di decesso improvviso e inspiegabile del lattante al di sotto dell’anno d’età.

Il dramma

Era la notte tra il 7 e l’8 gennaio del 2023. La mamma si era addormentata, forse mentre allattava il suo bimbo, stremata dal travaglio. Al risveglio il neonato non respira più. Lei grida disperata, i medici cercano di rianimarlo. Ma in piena notte  si dovranno arrendere e dichiararne il decesso. Il piccolo era già morto.

Nei primi passi dell’indagine non era stato escluso nemmeno che il neonato fosse stato soffocato, inavvertitamente dalla mamma, ancora provata dal parto. L’ipotesi del soffocamento ora è stata definitivamente esclusa. La mamma era stata persino sottoposta a dei test tossicologici, risultati negativi.

Sono stati acquisiti i turni del personale ospedaliero, per stabilire se ci fossero delle negligenze da parte delle due infermiere del nido che erano al lavoro quella notte, oltre che dell’ostetrica. Ma anche i controlli sono risultati regolari.

La pm Maria Sabina Calabretta, titolare del fascicolo aperto con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, infatti, voleva accertare se chi era incaricato della sorveglianza della mamma e del neonato fosse intervenuto troppo tardi o meno. Ma dalle indagini è emerso che i controlli erano stati rispettati.

Ora la conclusione della procura spegne ogni responsabilità, resta l’inspiegabile dramma.