Anno giudiziario a Roma, il pg: il 50 per cento delle sentenze si chiude con l’assoluzione

Quasi il 50 per cento delle sentenze emesse si chiude con l'assoluzione

Metà delle sentenze di primo grado si chiude con l’assoluzione.  A scattare la fotografia sullo stato della giustizia nel Lazio e in primis nel tribunale di Roma sono i dati presentati in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario celebrato oggi a piazzale Clodio.

Quasi il 50 per cento delle sentenze emesse si chiude con l’assoluzione

“Quasi il 50% delle sentenze emesse in primo grado nel Lazio sono di assoluzione”. A spiegarlo nella sua relazione Salvatore Vitello, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma.

In ambito distrettuale sono state emesse 36.567 sentenze di primo grado, di queste 17.399 sono state pronunce assolutorie, con una percentuale complessiva del 47,5%. E tuttavia, disaggregando il dato complessivo, si può evidenziare come le percentuali di sentenze assolutorie siano difformi a seconda delle sezioni interessate”, sottolinea Vitello.

“Infatti, l’analisi dei dati consente di ricondurre la maggiore percentuale di assoluzioni alle sezioni monocratiche dei tribunali, gravate dalle citazioni dirette del pubblico ministero. E’ auspicabile che, in virtù della riforma e del nuovo parametro di giudizio, l’incidenza delle sentenze di assoluzione possa essere ricondotta ad una misura più ‘fisiologica’, con corrispondente ampliamento delle richieste di archiviazione”.

Troppi detenuti

In compenso ci sono detenuti in aumento. Il pg si è soffermato oltre che sulle sentenze assolutorie si è soffermato su altri due dati cruciali: il sovraffollamento nelle carceri e il tasso dei suicidi.

La capienza regolamentare complessiva degli istituti penitenziari della regione è di 5.287 posti, con un tasso di affollamento medio pari al 119,2 per cento e con un aumento delle presenze del 6,4 per cento rispetto all’anno precedente”.

In tale condizione di criticità vanno anche considerati i dati drammatici su suicidi ed episodi di autolesionismo che registrano un aumento – sottolinea -. La problematica attinente alla salute mentale dei soggetti autori di reato e della conseguente necessità di applicazione di misure di sicurezza si scontra con insufficienza delle strutture rispetto al fabbisogno.

Sul fronte penitenziario, si osserva che nel Lazio le dinamiche di crescita della popolazione detenuta risultano più intense sia per quanto riguarda i detenuti con pene inferiori a 5 anni che sono cresciuti del 10%, sia per coloro che devono scontare condanne di maggiore entità che hanno fatto registrare un tasso di crescita del 7,6%. Diminuiscono nella nostra regione le persone detenute in attesa di giudizio (6,5%)”.

Minori armati e donne maltrattate

In aumento i casi delle donne vittime di violenza, e di giovanissimi armati di coltelli e non, o pronti a spacciare droghe anche pesanti. Sono gli altri due aspetti dal pg Vitello.

Il Procuratore minorile – spiega Vitello – segnala l’aumento della commissione di reati con l’uso di arma bianca o strumenti atti ad offendere, fenomeno del tutto allarmante in quanto generato dalle condotte effettivamente pericolose realizzate da minorenni”.

In particolare, “non meno inquietante è l’aumento dei casi di reati di spaccio, pure di sostanze pesanti, da parte di giovanissimi italiani, anche appartenenti a famiglie particolarmente problematiche, che scelgono di svolgere tale attività al solo scopo di poter comprare articoli di abbigliamento molto costosi che nei gruppi rappresentano degli agognati simboli di stato, una sorta di chiave d’accesso all’appartenenza e al riconoscimento sociale”.

Quanto ai reati contro le donne la Corte segnala quasi mille nuovi processi solo per i reati di maltrattamenti e di atti persecutori e che hanno costituito in primo grado quasi il 30% dei 1.811 procedimenti con rito collegiale.