Roma, il Comune punta sul turismo ma come un limone da spremere: operatori inondati di cartelle pazze

Continua l'incubo delle cartelle pazze sui mancati pagamenti delle tasse di soggiorno. Gli operatori: "Sono errate. Siano ritirate"

Roma sullo sfondo e in primo piano un casa vacanze - foto free

Per le strutture ricettive extralberghiere tra la Capitale e il suo mare tempi difficili sul fronte delle imposte, dapprima con l’aumento della tassa di soggiorno, poi con l’arrivo di una valanga di cartelle esattoriali per il mancato pagamento delle stesse nelle annualità 2021 e 2022.

Conteggi in cui fin da subito gli operatori hanno rilevato enormi errori e tentato di rispedire al mittente, fino ad ora con scarsi risultati. Ieri la riunione è stata giudicata dagli addetti ai lavori altrettanto inconcludente, mentre la decisione per molti è intanto quella di non pagare nessuna di queste cartelle pazze non dovute, fino a quando non verranno eseguiti dei conteggi corretti.

Continua l’incubo delle cartelle pazze sui mancati pagamenti delle tasse di soggiorno. Gli operatori: “Sono errate. Siano ritirate”

Si è tenuto ieri, giovedì 7 dicembre, l’incontro in Campidoglio tra le associazioni di categoria del Turismo extralberghiero e l’amministrazione capitolina. Presenti i vertici dell’ospitalità romana che si sono confrontati con l’assessore al Turismo Alessandro Onorato e l’assessore al Bilancio Silvia scozzese del Comune di Roma, per venire sostanzialmente a capo di una una questione che da più di due mesi sta pesando come un macigno su queste attività ricettive, e cioè gli accertamenti fiscali sulle presunte mancate dichiarazioni da parte delle strutture ricettive, sul contributo di soggiorno.

Alla vigilia della Festa dell’Immacolata dove si è stimato che oltre 300mila persone giungeranno nella Capitale per restarci fino a Natale, quello che è stato espresso da parte degli operatori del settore, è un forte disappunto verso il Comune di Roma, che con l’emissione di una valanga di avvisi di accertamento, peraltro risultati errati, non ha fatto altro che sottolineare come le strutture ricettive di questo tipo, abbiano si un ruolo decisivo per il turismo, ma come mucche da spremere, piuttosto che come un valore aggiunto per un diverso modo di concepire il soggiorno nella città eterna.

Sul tavolo della polemica dunque, le migliaia di cartelle per il mancato pagamento del contributo di soggiorno per gli anni 2021 e 2022, che sono state aspramente contestate dai debitori intanto sul metodo, che secondo gli stessi operatori potrebbe non aver tenuto conto di una serie di criteri da applicare al conteggio.

Nel risultato nero su bianco arrivato nella buca delle lettere, ci sarebbero infatti una serie di “Bug” umani che hanno compromesso l’esito del controllo incrociato tra i dati della Questura sulle presenze degli ospiti, che gli affittacamere devono comunicare, quelli dell’Agenzia delle Entrate e quelli sulla tassa di soggiorno effettivamente pagata.

Secondo gli operatori infatti lo stesso controllo, non avrebbe tenuto conto ne’ delle esenzioni previste per minori sotto i 10 anni, né di altre esenzioni da applicare ai residenti nel comune di Roma, ai disabili, o agli ospiti che decidono di lasciare gli alloggi in anticipo. Una casistica che complessivamente potrebbe incidere notevolmente sui conteggi.

Dalle contestazioni che si basano sulla presunta inadeguatezza dei dati derivanti dalle dichiarazioni ex art. 109 TULPS, utilizzati per determinare l’ammontare del contributo dovuto, gli imprenditori non hanno potuto difendersi – dichiara la nota congiunta post riunione di Aigo e Confcommercio Roma e Lazio -. C’è stata inoltre l’assenza totale di un preventivo dialogo con i gestori, prima dell’invio degli avvisi con efficacia esecutiva. Una violazione bella e buona dei principi euro-unitari”.

Aigo: “Chiediamo il ritiro di tutti gli avvisi di accertamento”

Il Comune di Roma, secondo l’analisi della associazioni di categoria, non avrebbe rispettato nemmeno le proprie normative interne, ed in particolare l’articolo 10 del “Regolamento sul contributo di soggiorno di Roma Capitale”, che prevede specifiche procedure di accertamento”.

Secondo Claudio Cuomo, Presidente di Aigo, l’associazione Confesercenti che riunisce gli imprenditori della ricettività diffusa, l’azione intrapresa dal Comune di Roma è addirittura vessatoria e un abuso di discrezionalità.

Ancora più inattesa – spiega il Presidente di Aigo -, vista la continua e virtuosa collaborazione offerta dai gestori per assicurare l’incasso del contributo di soggiorno. Un semplice avviso bonario avrebbe rispettato i principi di buona amministrazione e compliance fiscale. Registriamo la totale mancanza di trasparenza e di motivazione adeguata negli avvisi di accertamento, compromettendo il diritto di difesa dei gestori che sarebbero d’obbligo, visto i dubbi sull’affidabilità dei dati su cui si basano gli accertamenti. Chiediamo pertanto il ritiro di tutti gli avvisi di accertamento inviati oppure l’istituzione immediata di una procedura che sospenda i termini dell’accertamento e invitiamo il Comune a conformarsi alle normative vigenti”.

Insomma il ricettivo si vede ancora una volta piuttosto bistrattato, nonostante sia la colonna portante del turismo romano, e abbia subito come e più di altre attività commerciali un pesante colpo con la chiusura di molte strutture durante il Covid.

“Invece di sostenerlo ed aiutarlo – prosegue Cuomo – proprio perché in questo periodo è andato bene, ha deciso di tartassarlo anche con l’aumento della tassa di soggiorno che si ripercuote tra l’altro nell’offerta complessiva ai tour operator”.

Fino ad una decisione che dovrebbe prendere l’unica via possibile per far tornare la pace tra i due schieramenti, e cioè quella del ritiro delle cartelle per i riconteggi adeguati, la decisione è intanto per molti di sospendere il “giudizio” e il pagamento. Ciò che resta da vedere, è se il Comune accetterà di fare un dietrofront o applicherà la solita via del “intanto paga poi si vede”.