Ostia, stangata sul contributo di soggiorno: turisti kappaò per hotel e B&B

Gli operatori del settore insorgono contro l’aumento indiscriminato del contributo di soggiorno che a Fiumicino è tre volte inferiore

L'interno della camera nella foto, non è legata ad alcuna struttura alberghiera della Regione Lazio.

Una mazzata tra capo e collo, quella che gli ospiti degli albergatori di Ostia hanno subito dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento del Comune di Roma sul contributo di soggiorno che ha subito consistenti rincari a partire dal 1° ottobre scorso. Le tariffe sono schizzate praticamente alle stelle, toccando la cifra di 10 euro a persona per notte negli alberghi a cinque stelle ma provocando a cascata, come in un effetto domino, incrementi capaci di mettere in ginocchio le strutture più diffuse nella capitale e sul litorale romano.

Gli operatori del settore insorgono contro l’aumento indiscriminato del contributo di soggiorno che a Fiumicino è tre volte inferiore

Gli hotel a 3 stelle, le country house, gli affittacamere di seconda categoria e i B&b si sono visti quasi raddoppiare l’obolo da applicare agli spesso ignari turisti da 3,5 a 6 euro. Nelle guest house la city tax passa da 3,5 euro a 7. “E’ una vergogna -insorge Tony Buda già presidente di Asshotel Roma e titolare dell’albergo Bellavista a Ostia Lido – si ricordano di noi solo quando c’è da pagare le tasse. Le stanno davvero provando tutte per affondare le quattro realtà alberghiere situate sul litorale. Adesso che dal 1° novembre sino a tutto il mese di marzo saremo in bassa stagione e il prezzo di una camera matrimoniale scenderà a circa 50 euro a notte, un contributo di 6 euro da moltiplicare per due salirà a 12 euro, in pratica il 20% della tariffa pagata dai clienti e che viene ulteriormente decurtata al momento di pagare le tasse. Una follia”.

Quella che, di fatto, è una flat tax al rialzo, colpirà tra l’altro in modo ben diverso strutture che, pur appartenendo alla medesima categoria ricettiva sono posizionate in zone diverse della città. Facendo, sempre, riferimento agli hotel a 3 stelle balza subito agli occhi come quelli presenti sul litorale saranno molto più penalizzati rispetto agli alloggi presenti nelle aree centrali di Roma, collocate al centro di un vero e proprio museo a cielo aperto, e con prezzi di 150/200 euro per camera doppia, in bassa stagione. Un incasso triplo rispetto agli esercenti di Ostia, ma con un contributo di soggiorno sempre pari a 6 euro. Decisioni improvvide adottate con vero e proprio colpo di mano estivo per ritoccare una tassa che è già la più alta d’Europa (leggi qui).

Per noi di Ostia è una discriminazione evidente – puntualizza Buda – il comune di Roma Capitale aveva promesso di prevedere un adeguamento del contributo di soggiorno diverso per le varie zone della città distinguendo il centro dalle periferie, soprattutto quelle posizionate fuori del Grande Raccordo Anulare, ma niente. Abbiamo anche tentato più volte di farci ricevere dal sindaco Gualtieri e dall’assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda Alessandro Onorato, ma hanno fatto orecchie da mercante”.

Ostia a causa delle misure draconiane decise dal Campidoglio soffre anche della concorrenza del comune di Fiumicino con tariffe tre volte inferiori

Ostia soffre poi anche la concorrenza di comuni che applicano contributi di soggiorno molto più bassi a iniziare da quello di Fiumicino, dove l’imposta per persona in una struttura ricettiva a 3 stelle è di 2 euro a notte. Con l’aeroporto Leonardo da Vinci a fare da serbatoio quasi inesauribile di arrivi negli hotel più vicini allo scalo internazionale il conto è presto fatto. Per un gruppo di cinquanta turisti e tenendo conto di un costo medio a camera di 50 euro a notte il contributo da versare all’esercente sarà di 100 euro nel comune tirrenico e di 300, esattamente il triplo, a Ostia. La musica non cambia se si prendono come riferimento il non lontano comune di Pomezia a sud del Lido e le strutture ricettive posizionate nei suoi quartieri litoranei dove nei 3 stelle l’imposta di soggiorno è sempre di 2 euro.

Si vede che l’amministrazione capitolina considera il mare di Roma come un limone da spremere – insiste Buda – tanto poi tocca a noi litigare con i clienti che hanno fatto prenotazioni in base al vecchio tariffario e cercare di spiegargli che, nostro malgrado, siamo costretti a fare gli esattori per conto di un comune vorace”.

Nonostante l’aumento appena entrato in vigore le strutture alberghiere di Ostia non hanno, sino a questo momento, subito disdette tra l’altro a conclusione di una stagione balneare che, sottolinea Tony Buda, “è andata abbastanza bene grazie alla buona ripresa del mercato turistico ma confesso che sento moltissimo imbarazzo quando devo giustificarmi per l’aumento del contributo di soggiorno mentre le aiuole e antistanti al mio albergo e i giardini della cittadina sono giunti a un livello di degrado indescrivibile, per non parlare dell’immondizia sparsa ovunque”.

Le risorse incassate con la tassa di soggiorno dovrebbero essere destinate al miglioramento dei servizi di trasporto anche a beneficio dei turisti

Oltre al danno anche la beffa, è proprio il caso di dire, perché i fondi raccolti dall’amministrazione capitolina attraverso la tassa di soggiorno dovrebbero essere destinati, in via prioritaria, alla promozione turistica e alle campagne di marketing ma anche per la pulizia della città in aree di pregio e dulcis in fundo anche al miglioramento delle infrastrutture e della sicurezza a beneficio dei turisti. E cioè anche al potenziamento dei servizi di trasporto che, come sanno bene le migliaia di pendolari che utilizzano la Metromare, a Ostia affondano nell’inefficienza e nella disorganizzazione più assoluta, finiti nella voragine delle promesse mai mantenute e in cui la parola turismo non è neppure in fondo alla lista delle priorità per dare al Lido di Roma collegamenti degni di questo nome.

L’annunciata crisi per affittacamere e B&B

La reazione del mercato non si è fatta attendere tra i turisti che scelgono la formula più economica degli affittacamere e dei B&B. Dopo un settembre commercialmente interessante, infatti, le prenotazioni per ottobre in queste strutture sono precipitate. “E’ un crollo verticale, quasi un azzeramento – segnala il titolare di un bed and breakfast – D’altra parte se ad una coppia devi chiedere 70 euro a notte per l’appartamento più 12 euro per la tassa di soggiorno il cliente storce la bocca perchè non capisce la ragione di un balzello così caro: ormai la city tax rappresenta poco meno dii un sesto della spesa quotidiana“.

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