Discarica Magliano Romano: autorizzato l’arrivo dei rifiuti da Roma. I cittadini: “No alla nuova Malagrotta”

Magliano Romano pronto al nuovo ricorso al TAR. I cittadini: "Con la mano destra la Regione ha modificato il piano rifiuti, con la sinistra ha autorizzato la discarica"

Nella foto l'area della discarica di Magliano Romano dove è visibile la falda acquifera in superficie - canaledieci.it

I cittadini di Magliano Romano tornano all’azione in queste ore, per fermare un progetto devastante per il territorio ma che sembra sempre più probabile, e cioè il via libera ad una discarica di rifiuti speciali non pericolosi, che tra qualche mese potrebbero arrivare da tutta la città di Roma. Il sito, in via di acquisizione dall’azienda partecipata che si occuperà di gestirlo, è vicino ad una scuola e minaccia una falda acquifera che serve il comune.

Magliano Romano pronto al nuovo ricorso al TAR. I cittadini: “Con la mano destra la Regione ha modificato il piano rifiuti, con la sinistra ha autorizzato la discarica”

Lo scorso 8 novembre, lo stesso giorno in cui è stata sancita dalla Regione Lazio l’impossibilità di convertire le esistenti discariche di inerti del Lazio in siti di rifiuti speciali, è spuntato un documento firmato 24 ore prima, che invece approva l’unico progetto di trasformazione del Lazio a Magliano Romano, nonostante il TAR lo avesse già bocciato. E’ l’Associazione Monti Sabatini a spiegare un iter lungo e articolato che vede ancora a rischio quel paesaggio.

Tornano all’assalto i cittadini di Magliano Romano, il comune della Città Metropolitana destinato a quanto pare ad essere i centro di raccolta dei rifiuti della Capitale quando le discariche attuali del Lazio non potranno più contenerli. Una spada di Damocle che da oltre due anni attanaglia Roma, è infatti lo smaltimento dei rifiuti, in attesa del Termovalorizzatore che verrà realizzato dopo la chiusura di Malagrotta.

E la Capitale intanto, che secondo un dictac dell’Europa non può più portare fuori dai confini regionali i suoi rifiuti, sta spartendo l’immondizia tra i siti già esistenti ed adattati. Una ciambella di salvataggio che non durerà a lungo, mentre l’Europa ha aperto un EU Pilot che potrebbe far partire a breve una procedura di infrazione, se non sarà individuato un sito di smaltimento  definitivo che avrà la funzione di salvare la città dall’emergenza rifiuti.

Il progetto di trasformazione della discarica di inerti a rifiuti speciali vicino alla falda acquifera

Nelle poche righe che seguono, la foto attuale di una situazione complessa nata diversi mesi fa la raccontano i cittadini di Magliano Romano attraverso l’Associazione Monti Sabatini: “E’ un tema complesso ma che nasce tutto dalla richiesta di conversione di una discarica di inerti (calcinacci sostanzialmente), a rifiuti speciali non pericolosi, e cioè l’immondizia comune. Proprio quella che Roma non sa più dove portare – spiega l’Associazione Monti Sabatini -. Una richiesta di riclassificazione che va a buon fine grazie ad un emendamento che aggiunge poche righe al piano rifiuti approvato, e che prevedeva che tutto il sistema dei vincoli di zona non valesse nel caso di una discarica di inerti già esistente. Una liberatoria che ad un tratto ha trasformato il sito di rifiuti di un privato, che in realtà non andava bene nemmeno per i calcinacci, non solo in una potenziale bomba ambientale, ma anche in una possibile soluzione ai rifiuti romani“.

Ci sono volute lettere e persino trasferte al Parlamento Europeo, raccolte firme e un ricorso al TAR di sindaci e cittadini, prima di ottenere uno stop al progetto del Tribunale Amministrativo Regionale, che lo ha bocciato per aspetti tecnici e la presenza di una falda in superficie. 

La Regione riapre il caso e autorizza di nuovo la conversione della discarica

Quando pensavamo si essere salvi però, la decisione di un Comitato tecnico nominato dalla Regione per riesaminare il caso, dichiara che la discarica si può di nuovo autorizzare – proseguono –. Un tira e molla che ha visto l’ultimo ma non l’atto finale di questa trafila, l’8 novembre, quando il Consiglio regionale ha approvato un emendamento che ha reso inefficace il precedente, che consentiva la trasformazione di una discarica senza rispettare i vincoli (distanza da una scuola e dal centro abitato). Nello stesso giorno poi però, il responsabile regionale del procedimento su Magliano Romano autorizzava la trasformazione della discarica con un documento datato 7 novembre, cioè il giorno precedente alla modifica del Piano dei rifiuti della Regione Lazio”.

In pratica la norma che consentiva questa trasformazione, è durata pochi mesi, quel tanto che è bastato secondo l’Associazione Monti Sabatini, a realizzare la discarica di Magliano Romano:

“Superando ostacoli e vincoli che altrimenti non avrebbero consentito questa mossa in destrezza – sottolineano -, e in modo contrario alla normativa nazionale ed europea di riferimento che per assurdo, lo stesso legislatore regionale cita quando introduce l’emendamento dell’8 novembre, eliminando il precedente, che permetteva di cambiare la natura di una discarica senza rispettare nessun vincolo”.

I cittadini intanto non mollano, e si rivolgeranno ancora una volta al TAR dopo aver già vinto otto ricorsi su otto su Magliano Romano, nonché alla Corte dei Conti per denunciare quello che a loro avviso è anche uno sperpero di denaro pubblico per dei procedimenti risultati sempre perdenti.  L’ultima mossa per i cittadini poi sarà la Magistratura, perché accenda un faro su questa vicenda molto opaca.