San Cesareo, famiglia di spacciatori colta con le mani nel sacco: arrestati padre e figli

Un'intera famiglia di spacciatori le ha provate tutte per non farsi scoprire nella loro villetta che serviva da base per confezionamento e smercio di droga

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A San Cesareo, alle porte di Roma, un’intera famiglia di spacciatori è stata arrestata, con la scoperta di quasi un chilo di droga pronta per lo spaccio e un vero e proprio laboratorio per taglio e confezionamento delle dosi di vari tipi di stupefacenti. E questo nonostante il tentativo di disfarsi degli stupefacenti.

Un’intera famiglia di spacciatori le ha provate tutte per non farsi scoprire nella loro villetta che serviva da base per confezionamento e smercio di droga

Difatti, una volta intuito che le forze dell’ordine erano alle sue calcagna, i figli di 23 e 26 anni hanno cercato di avvisare il padre 55enne dell’arrivo degli agenti, bloccandoli e cercando di buttar via la droga.

L’arresto della famiglia di pusher di San Cesareo è avvenuto recentemente, quando i poliziotti del distretto capitolino VIII di Tor Carbone, che seguivano gli spacciatori da tempo, hanno fatto irruzione nel loro “laboratorio”, una villetta nella quale i due teenager sono stati scoperti e a quel punto questi ultimi hanno cercato di disfarsi della droga e non far entrare la polizia in casa per la perquisizione.

Dopo aver vinto le resistenze dei due, i poliziotti hanno scoperto circa 800 grammi di varie sostanza tra cocaina, marijuana e hashish, oltre a materiale per confenzionamento e taglio e a quel punto la procura di Tivoli ha confermato e convalidato i tre arresti.

Recentemente vi abbiamo raccontato di un altra vicenda che a Roma Città si è conclusa con un arresto per droga.

In questo caso si tratta di un uomo che per comprare droga era pronto a tutto: a pestare la moglie di botte, a raccattare i pochi soldi rimasti in casa fino a vendere i monopattini del figlio, un bimbo.

Sono le accuse che nei giorni scorsi hanno fatto scattare le manette con l’accusa di maltrattamenti in famiglia per un 27enne di Cinecittà.

Come sempre in questi casi ricordiamo che tutti gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti fino a definitiva sentenza irrevocabile di condanna, con le prove eventuali da ricavare eventualmente nei vari gradi del processo.

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