Roma, blitz degli attivisti green al Colosseo: striscione sullo storico ponte dell’area archeologica

L'azione di protesta alle prime luci del giorno al Colosseo: attivisti puntano il dito sui combustibili fossili e i Sussidi Ambientalmente Dannosi  

Striscione su Ponte degli Annibaldi al Colosseo - foto official free

Hanno scelto una storica passerella pedonale nell’area archeologica del centro storico gli attivisti del clima che stamattina hanno fatto l’ennesimo blitz forse programmato nel calendario delle azioni per combattere i combustibili fossili, nella Capitale.

Da tre giorni è scattata una nuova protesta globale che è passata nel punto tra i più visibile dalle auto in transito nel cuore della Capitale, Ponte degli Annibaldi.

L’azione di protesta alle prime luci del giorno al Colosseo: attivisti puntano il dito sui combustibili fossili e i Sussidi Ambientalmente Dannosi

Hanno scelto una forma di protesta come sempre pacifica che in tal caso avrebbe evitato anche l’imbrattamento di monumenti e palazzi storici nello stile altro degli attivisti di Ultima Generazione, che non hanno risparmiato nemmeno le fontane monumentali della città eterna per dire no ai combustibili fossili.

Potrà forse passare come meno forte il gesto degli attivisti e attiviste di Extinction Rebellion che hanno appeso uno striscione recante la scritta “Fight Fossil Fuels” e cioè letteralmente “Combatti i combustibili fossili” sul ponte pedonale che attraversa Via degli Annibaldi a Roma, nei pressi del Colosseo.

Ma è certo che rispetto alla azioni “green” dei mesi scorsi, ci sarà forse maggiore empatia per questo gruppo che attraversando un ponte attraversabile, si sono limitati a chiedere rispetto per l’ambiente e il futuro del mondo sul fronte clima, rispettando però, il sito prescelto per un’azione di protesta comunque difficile da non notare.

E questa mattina domenica 17 settembre, mentre una parte della città va a piedi e in bicicletta per una tantum ecologica dedicata alla mobilità sostenibile, i ribelli hanno denunciare una non volontà di azione delle multinazionali del fossile e dei governi che continuano a finanziarle.

Sono additate come le principali responsabili dell’attuale emergenza, a cui gli attivisti di tutto il mondo hanno inviato forte e chiaro il messaggio nell’ambito della campagna internazionale “Global Fight to End Fossil Fuels”, che si conclude oggi.

In migliaia tra cittadini e cittadine in tutto il mondo si sono mobilitati con cortei, performance ed azioni in piazza o sul web per continuare a gridare l’allarme per la crisi climatica nonostante i proclami collegati alla “transizione ecologica” o una “svolta green”.

“Ma nei fatti – dichiara la nota di Extinction Rebellion Roma – l’Italia ha investito investire oltre 40 miliardi di euro in nuovi sussidi ambientalmente dannosi, di cui 13 investiti direttamente nell’industria del fossile” -, e cioè “tutte le misure incentivanti, sotto forma di incentivi diretti e indiretti, sconti sulle tasse, finanziamenti che intervengono su beni o lavorazioni per ridurre il costo di utilizzo di fonti fossili o di sfruttamento delle risorse naturalisecondo la definizione dei SAD ufficiale (sussidi ambientalmente dannosi).

Di recente anche l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, avrebbe considerati i SAD la misura che aumenta i livelli di produzione dell’inquinamento con un maggior uso delle risorse naturali e con un incremento dei rifiuti.