Unificazione tra NUE 112 e Protezione civile. La Regione Lazio: “Serve per risparmiare”

L’accorpamento tra NUE 112 e Protezione civile regionale punta a un risparmio di spesa incompatibile con la sicurezza del territorio e delle persone

coronavirus

Unificare il numero di emergenza 112 con l’Agenzia Regionale della Protezione Civile in nome di un unico obiettivo: risparmiare sul bilancio pubblico ma a spese del sistema complessivo di allerta delle forze dell’ordine. Il centro telefonico operativo di assistenza e smistamento delle chiamate urgenti e delle richieste di aiuto provenienti di cittadini avrebbe, semmai, bisogno di essere potenziato, in considerazione dei problemi e delle difficoltà che già si incontrano quando si tenta di entrare in contatto con i suoi operatori.

L’accorpamento tra NUE 112 e Protezione civile regionale punta a un risparmio di spesa incompatibile con la sicurezza del territorio e delle persone

complicato. Tutti, per esperienza diretta o indiretta, sappiamo che spesso si resta molti minuti in attesa di una risposta che talvolta neppure arriva, per non parlare di quando il numero risulta occupato e via elencando con le diverse situazioni in cui entrare in contatto con gli addetti alla distribuzione delle chiamate finisce per essere una vera e propria scommessa.

Il Nue, tra l’altro è, attualmente, l’unica utenza abilitata per attivare le forze dell’ordine e i servizi di soccorso sanitario. L’accorpamento del 112 con l’Agenzia Regionale della Protezione Civile, in nome di un “efficientamento della spesa”, come spiega in un commento su Fb l’assessore al bilancio e all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini, altro non vuol dire se non una riduzione degli investimenti in un comparto fondamentale per la tutela dell’incolumità e della salute pubblica. Un risparmio che avviene, è proprio il caso di dirlo, sulla pelle dei cittadini quando, come nel caso di specie, si antepongono le ragioni di contenimento della spesa a quelle indispensabili per la tutela e la difesa del territorio.

Eppure i pubblici amministratori non sembrano accorgersi dell’indebolimento che scaturirà, inevitabilmente, dall’unificazione del numero unico di emergenza con l’ente regionale della Protezione Civile. Viene, al contrario, sottolineato che “l’intento dell’unificazione è di fare un passo avanti verso una maggiore efficacia di un servizio fondamentale per i cittadini”. La riduzione delle poste di bilancio, tra l’altro, sarà “strutturale” e quindi punta a diventare, con tutta probabilità, un criterio di risparmio incompatibile con il potenziamento dei servizi destinati a garantire la sicurezza delle persone.