Roma, chiusa dalla Polizia una cucina da incubo: lavorava nel delivery

Scoperta un'attività di delivery delle ristorazione abusiva su ordinazione telefonica: nella cucina con pesanti carenze igieniche, accanto ai monopattini, dormivano i rider clandestini 

Un cucinino, dove cibo, attrezzatura e materiale per l’attività di delivery improvvisato e soprattutto senza un straccio di permesso, condividevano lo stesso ambiente con un paio di monopattini per il trasporto e dei materassi: questo lo scenario dell’attività abusiva di ristorazione scoperto in queste ore dagli uomini di Polizia di Stato a Roma.

L’attività di cucina da incubo inoltre, come la definirebbe lo chef britannico Gordon James Ramsay che ha coniato il termine, non era in un quartiere periferico, bensì nel cuore della Capitale, nel quartiere Aurelio a poca distanza dalla Metro Battistini, aggravata da tutto il peggio possibile nel settore oggetto dei fitti controlli, e cioè l’attività di delivery abusivo, le carenze igieniche, lo sfruttamento del lavoro in nero, e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Scoperta un’attività di delivery delle ristorazione abusiva su ordinazione telefonica: nella cucina con pesanti carenze igieniche, accanto ai monopattini, dormivano tre rider clandestini

A Roma, sono sempre più in aumento i rischi di foraggiare inconsapevolmente le attività abusive di ristorazione che si propone come servizio esclusivamente da asporto. E’ proprio nel cuore della Capitale infatti che a tramare nell’ombra della sporcizia di una cucina, si celava un’attività di ristorazione improvvisata del settore delivery, con tanto di rider per il trasporto in tutta la centralissima zona romana e oltre.

Ordini che fioccavano evidentemente, tanto da aver messo a servizio dell’illecita attività di ristorazione almeno tre persone, che raccolte le ordinazioni per telefono venivano inviate sul monopattino alla volta della consegna.

E’ stato solo grazie ad una segnalazione di questi giorni però, che la ristorazione che appariva e apriva i battenti solo di sera e nelle ore notturne è stata scoperta, stimolando un accertamento accurato in quel locale incognita di via San Zefferino Papa di proprietà di una donna di 55 anni.

Un obiettivo messo sotto la lente e centrato, visto che gli agenti della Polizia di Stato del XIII Distretto Aurelio, unitamente agli uomini del XIII Gruppo Polizia Roma Capitale, procedendo ad effettuare il controllo dell’attività di ristorazione serale e notturna, dove hanno trovato di tutto.

Nell’attività abusiva di cibi da asporto su ordinazione telefonica, e cioè un locale senza alcun requisito idoneo, un angolo era stato adibito a luogo per la cucina e la preparazione dei cibi, dove chi gestiva i fuochi, oltre a spadellare in pessime condizioni igieniche-sanitarie, aveva collocato nello stesso ambiente due monopattini, che probabilmente venivano utilizzati per le consegne a domicilio da rider senza permesso di soggiorno, il cui giaciglio per la notte era stato collocato sempre in cucina, con due materassi e un letto rialzato.

Il tutto accanto a delle “dispense” di alimenti non correttamente conservati, ma sistematicamente utilizzati nelle preparazioni fino a questo weekend dove l’intervento della Asl, ha messo fine alla cucina dei “veleni” e dell’illegalità sul fronte immigrazione.

Tre le persone prive del permesso di soggiorno, che sono state trovate alla dipendenze della proprietaria dell’immobile, una 55enne di origini peruviane. I rider sono stati inviati presso l’Ufficio Immigrazione al fine di regolarizzare la loro presenza sul territorio nazionale, mentre la 55enne, oltre alla denuncia a piede libero per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione si è vista chiudere la sua florida attività.