Roma, blitz ambientalisti all’Altare della Patria: “No a finanziamento del Governo per combustibili fossili”

La protesta avvenuta esponendo un gigantesco drappo sull'Altare della Patria ha creato tensione tra forze dell'ordine e attivisti ambientali

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Il gigantesco striscione esposto dagli attivisti ambientali di Extinction Rebellion all'Altare della Patria. Fonte Pagina Facebook di Extinction Rebellion Italia

Roma: gli attivisti ambientali di Extinction Rebellion Italia arrivano a manifestare anche all’Altare della Patria, nel cuore della Capitale, per dare visibilità alle loro contestazioni ecologiste con un vero e proprio blitz

La protesta-blitz avvenuta esponendo un gigantesco drappo sull’Altare della Patria ha creato tensione tra forze dell’ordine e attivisti ambientali

Nella fattispecie la contestazione è stata portata avanti mediante striscioni come quello in copertina in questo pezzo, tratto dalla pagina facebook di Extincion Rebellion Italia, utilizzando come location uno dei monumenti simbolo della Capitale e d’Italia.

I fatti sono avvenuti nella mattinata di oggi, domenica 9 luglio, quando alcuni attivisti hanno dato il via alla manifestazione appendendo il colossale striscione all’Altare della Patria.

Obiettivo centrale è quello di denunciare i finanziamenti del governo italiano all’industria dei combustibili fossili, strettamente collegata all’emergenza climatica e, come sostengono da tempo gli attivisti, e si legge sul gigantesco drappo ” Basta vittime climatiche sull’altare del profitto: no al fossile”.

Come spesso accaduto in passato, la contestazione è stata interrotta dalle forze dell’ordine che hanno bloccato la manifestazione non autorizzata, portandoli via a forza e hanno denunciato gli attivisti dopo averli identificati, mentre molti di loro snocciolavano numeri ai presenti: spicca il dato secondo il quale il governo del Belpaese spende circa 41.8 miliardi di euro in nuovi sussidi che danneggiano l’ambiente.

“Nonostante l’Italia avesse promesso di interrompere i finanziamenti pubblici al settore dei combustibili fossili alla fine del 2022 tramite il trattato di Glasgow – ha rammentato oggi uno degli attivisti presenti – questo non è accaduto e l’attuale Governo ha deciso di continuare lungo questa strada di sangue con altri 41.8 miliardi di euro in nuovi sussidi dannosi per l’ambiente, 13 di questi sono stati investiti direttamente nell’industria fossile”.

Altre manifestazioni sullo stesso tema sono state messe in atto in varie altre città italiane sempre nella giornata odierna, tra queste, contestazioni analoghe ci sono state a Udine, Bologna, Venezia, Genova, Milano e Treviso con tanto di striscioni, proteste e sangue finto.

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