Capocotta, i chioschi possono restare (ancora) aperti

Il Consiglio di Stato ribadisce l'ordinanza autorizzativa del 20 giugno in attesa della prossima udienza

CHIOSCO DI cAPOCOTTA

I chioschi di Capocotta potranno continuare ad assicurare o servizi almeno fino al 18 luglio. Nel frattempo il Comune di Roma deve spiegare al Consiglio di Stato come intende organizzare il futuro di quei due chilometri dil spiaggia distesa lungo la via Litoranea.

Il Consiglio di Stato ribadisce l’ordinanza autorizzativa del 20 giugno in attesa della prossima udienza

Il Consiglio di Stato, con una articolata ordinanza cautelare, che però entra in parte anche nel merito del ricorso proposto dai gestori di Capocotta, ha prorogato gli effetti del precedente decreto cautelare monocratico fino al 18 luglio, data della prossima udienza camerale.

I giudici amministrativi non si sono limitati alla proroga dell’apertura dei chioschi ma aspettano anche che il Campidoglio si decida a stabilire quale gestione dare a Capocotta. Con il provvedimento cautelare assunto all’esito della camera di Consiglio del 20 giugno, infatti, il Consiglio di Stato ha chiesto urgenti chiarimenti al Comune di Roma, al fine di sapere come l’amministrazione intenda garantire i servizi relativi a Capocotta, se in proprio o tramite concessionari. Era stata l’amministrazione capitolina, a causa delle proprie inadempienze, a imporre la chiusura ai gestori il 19 maggio, fino all’espletamento di un bando di gara pubblico che il comune tarda a realizzare da oltre dieci anni.

I gestori – commenta l’avvocato Dell’Orso, consulente del Consorzio Capocotta Cinquespiaggesono soddisfatti della decisione, ancorché provvisoria, in quanto il Consiglio di Stato ha ben compreso la necessità di risolvere la questione di Capocotta con estrema chiarezza e tempestività. Quanto alla stagione balneare in corso, sembra potersi affermare che verrà comunque garantita“.

Quella di Capocotta è un’area straordinaria dal punto di vista naturalistico. Qui residua, infatti, uno degli ultimi lembi di macchia mediterranea del Lazio ed è stato documentato, attraverso documenti di Legambiente e immagini di aerofotogrammetria, che grazie alla presenza dei presidi attivi costituiti dai gestori e dal loro personale, la vegetazione rispetto al 1998 è proliferata interrompendo il degrado delle dune. Inoltre, è qui che ha sede la prima spiaggia per naturisti istituzionalizzata da un’amministrazione locale.