Ancora venti secondi e un ragazzino di colore che si era tuffato dal pontiletto dei pescatori, accanto alla spiaggia libera ‘bianca’, tuttora priva del servizio di salvataggio a mare sarebbe morto. A impedire una tragedia sono state l’esperienza e la forza fisica di Alin Stoian, 42enne bagnino di origini rumene allo stabilimento Bahia che fiancheggia il tratto di arenile libero. “Non è possibile – si sfoga Alin che ha salvato il tredicenne in extremis – che per l’assenza dei bagnini sulla spiaggia libera io debba controllare quasi trecento metri di spiaggia, se non fosse stato per le grida dei presenti e per la velocità con cui sono salito sul mio pattino la storia non avrebbe avuto un lieto fine”.
Il racconto di Alin Stoian, bagnino dello stabilimento in concessione Bahia, e autore dell’incredibile salvataggio sulla spiaggia libera senza controlli
E’ accaduto tutto in una manciata di secondi nel pomeriggio di oggi, sabato 10 giugno 2023, quando un ragazzino di tredici anni che si era lanciato dai due metri d’altezza del pontiletto dei pescatori è finito in una buca profonda scavata dal gioco delle correnti. “Si è lanciato nel punto dove l’acqua è più profonda – racconta Alin – l’avevo notata già nei giorni scorsi facendo un controllo su quel tratto dove la corrente del mare crea diversi gorghi. La spiaggia bianca, anche chiamata spiaggia degli sposi o Cayenne è senza controlli dall’inizio della stagione balneare e, in questi giorni pieni di ragazzini che hanno finito le scuole, cerco sempre di buttare un occhio in quella direzione. Ci saranno state mille persone – prosegue il bagnino del Bahia – impossibile controllarle tutte, soprattutto perché sul tratto di spiaggia libera non ci sono i marinai di salvataggio. Ho sentito tantissime persone gridare insieme e mi sono precipitato subito sul pattino. Ho remato per 150 metri a tutta velocità, poi a 30 metri dal punto dove ho visto il ragazzino con la testa immersa nell’acqua mi sono tuffato e l’ho recuperato. Perdeva già schiuma bianca dalla bocca era inerte, ho avuto il terrore che potesse accadere il peggio”.
Alin ha trascinato il ragazzino fino all’imbarcazione di salvataggio che, nel frattempo, era stata afferrata da Alessandro Possenti, un altro bagnino dello stabilimento Arcobaleno che fiancheggia la stessa ‘spiaggia bianca’, ma sul lato di levante. In aiuto dei due è intervenuto anche il fratello di Alin, Adrian Stoian che lavora anche lui al Bahia, ma in quel momento si stava occupando di ombrelloni e lettini.
Il ragazzino è stato subito posizionato su un fianco a bordo del pattino, per liberare i polmoni ormai pieni d’acqua e, in quel momento, ha iniziato a dare i primi segni di vita. “Gridavo di chiamare immediatamente il 112 – continua Alin – perché il ragazzino era debolissimo e tendeva a richiudere gli occhi. Lo abbiamo steso a riva continuando a alternare la posizione sui due fianchi, mentre praticavo il respiro bocca a bocca e cercavo di non fargli perdere i sensi. Una ventina di minuti dopo è arrivata l’ambulanza si sono collegati in video chiamata con la centrale ma gli ho detto che non serviva perché ho tutti i brevetti anche per le manovre di rianimazione”.
La tensione è scesa di minuto in minuto mentre accanto ai soccorritori era arrivata la mamma del ragazzino che, piangendo a dirotto, ringraziava Alin per un salvataggio a dir poco miracoloso. Il ragazzino è stato immobilizzato sulla barella spinale, i paramedici gli hanno inserito una flebo e lo hanno trasferito d’urgenza al Grassi dove è stato ricoverato in codice rosso e dove, attualmente, è ricoverato e tenuto sotto osservazione.
L’inerzia dell’Amministrazione del X Municipio e degli Uffici di Roma Capitale e i ritardi ingiustificabili che lasciano le spiagge libere urbane di Ostia Lido senza bagnini
Passata la paura va fatto un bilancio sugli effetti dell’inerzia con cui il X Municipio e gli uffici competenti del comune di Roma Capitale stanno lasciando nel più totale abbandono le spiagge libere di Ostia Lido inclusa, ovviamente, la ‘spiaggia bianca’, dove si è verificato il grave episodio di oggi. Alin non è soltanto un bagnino è un atleta che pratica gare di Spartan Race, una disciplina durissima che è, ovviamente, alla base dell’impresa compiuta oggi. Se non fosse stato per lui e per la sua prestanza fisica, adesso staremmo facendo una considerazione diversa. Ma che ci voleva proprio il morto affinché l’amministrazione si decidesse a fornire almeno i servizi di salvataggio a mare nelle spiagge libere del Lido che ne sono ancora sprovviste? Siamo ormai al primo terzo del mese di giugno e su quella spiaggia libera, così come sugli altri tratti urbani di arenile liberi non ci sono ancora i marinai di salvataggio. La sintesi è che, per strappare un ragazzino a morte certa, è dovuto intervenire un bagnino che presta servizio presso una spiaggia attrezzata e quindi in concessione.
Non è la prima volta che i bagnini autori del clamoroso salvataggio di oggi compiono imprese sbalorditive per evitare annegamenti di giovani in mare. Era martedì 27 luglio dello scorso anno, 2022 quando Alessandro Possenti e Alin Stoian riuscirono a strappare a morte certa un ragazzo di 16 anni trascinato dalla corrente in un pericolosissimo mulinello.
In quell’occasione non vi fu, per fortuna, la concomitante mancanza di controlli su tratti di spiaggia libera. Un’assenza invece ben presente in questa stagione balneare, peraltro iniziata con dieci giorni di ritardo. Situazione drammatica rispetto alla quale il X Municipio e gli uffici di Roma Capitale non stanno facendo nulla, se non illudere cittadini e residenti con proposte destinate a fare clamore come quella di ricorrere ai marinai di salvataggio della Croce Rossa, oppure oltre i limiti del ridicolo come quando hanno affidato a una società di vigilanza e sicurezza l’incarico a trattativa diretta di cercare bagnini con annunci di lavoro su Internet e social di varia natura.
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