Ostia Antica, il Tar ordina a Roma Capitale di rimuovere le barriere dal cavalcavia

Il Tar da 60 giorni di tempo al Comune per rimuovere le barriere architettoniche dal cavalcavia pedonale di Ostia Antica

ponte

Il termine per risolvere il problema delle barriere architettoniche sul cavalcavia pedonale di Ostia Antica è perentorio. Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio ha imposto al Comune di Roma Capitale di rimuovere gli ostacoli che impediscono a chi ha difficoltà a camminare di attraversare il ponte che conduce dal centro abitato alla stazione della metromare passando sopra alla via del Mare e all’Ostiense.

Il Tar da 60 giorni di tempo al Comune per rimuovere le barriere architettoniche dal cavalcavia pedonale di Ostia Antica

Il problema delle barriere architettoniche che impediscono a persone diversamente abili, ma anche anziani, donne con carrozzine o bambini piccoli il cavalcavia pedonale di Ostia Antica si trascina da anni. Neppure l’amministrazione capitolina attualmente in carica, nonostante le promesse, ha tentato di trovare una soluzione al problema che consisterebbe nel rimuovere gli impedimenti rappresentati da una doppia rampa di gradini per lato da salire e poi scendere per raggiungere la stazione della metropolitana.

La sentenza del Tar è solo l’ultimo intervento in ordine di tempo disposto dalla magistratura. Nel mese di dicembre del 2020, accogliendo il ricorso dell’associazione Luca Coscioni fu il tribunale civile di Roma a stabilire che l’”inaccessibilità del ponte pedonale costituiva una discriminazione nei confronti dei disabili”. La sentenza conteneva anche una condanna al risarcimento danni a favore dell’Associazione no profit intitolata a un economista affetto da sclerosi multipla (Sla), scomparso nel 2006 e attiva nella difesa dei diritti civili, incluso quello all’eutanasia.

La soluzione del problema comporta, sicuramente lo stanziamento di fondi, ma non deve necessariamente prevedere l’abbattimento e la ricostruzione del ponte con nuovi criteri essendo sufficiente la più semplice installazione di ascensori o saliscendi che permettano in transito di chi è costretto in carrozzina o ha una scarsa mobilità.

Nella memoria di tutti gli abitanti della zona è rimasto un video che documentava l’abnormità della condizione di una persona costretta in sedia a rotelle sollevata da ben tre persone per superare l’ostacolo dei gradini, peraltro abbastanza ripidi.

Alla fine novembre dello scorso mese di novembre 2022 il Dipartimento di sviluppo, infrastrutture e manutenzione urbana aveva disposto la fornitura e la posa di due ascensori che consentissero di risolvere il problema. Ma anche questo impegno è successivamente caduto nel vuoto.

Per l’opposizione che siede sui banchi dell’Assemblea di Roma Capitale si tratta di prendere spunto dalla sentenza del Tar “per dare finalmente un segnale di attenzione al territorio e ai cittadini. L’amministrazione Gualtieri – scrive in una nota il rappresentante del Consiglio Nazionale M5s per la circoscrizione Centro Italia e vicepresidente dell’Assemblea Capitolina, Paolo Ferrara – agisca subito per rimuovere le barriere architettoniche e non si faccia commissariare: sarebbe lo smacco finale per il mare di Roma”.

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