Tivoli, è qui il glicine più antico d’Italia

Il glicine, il secondo più antico d'Europa, è stato piantato nel 1721: un monumento tra i monumenti. Il suo vanto l'affaccio sull'antica Tibur

Il glicine di Tivoli

La prima fioritura è in pieno. La seconda arriverà a metà maggio. Il glicine più antico d’Italia e secondo in Europa continua a regalare uno spettacolo unico, in un posto già di per sé magico. Coi suoi 232 anni spadroneggia maestoso, e ora in piena fioritura, a un passo dai templi di Vesta  e della Sibilla (II secolo avanti Cristo) e sull’affaccio del Parco di Villa Gregoriana con le annesse cascate, l’orrido tanto amato dagli artisti del Grand Tour.

Il glicine, il secondo più antico d’Europa, è stato piantato nel 1721: un monumento tra i monumenti. Il suo vanto l’affaccio sull’antica Tibur

Siamo a Tivoli. A custodire questo tesoro floreale La Sibilla, il ristorante a sua volta con più di tre secoli di storia alle spalle. Per i titolari quella pianta con alberatura massiccia e centinaia di fiori a grappolo, profumatissimi, è come un figlio.

Va curato con massima attenzione. A gennaio la potatura per mani esperte – spiega Nicolò, il titolare de La Sibilla – Osservare la pianta durante la fioritura è uno spettacolo. Anzi durante le fioriture, viso che se ne contano due, anche se ravvicinate. La prima in genere arriva a metà aprile, come quest’anno. La seconda subito dopo a metà maggio”.

La macchia color lilla non è visibile solo dai templi di Vesta e della Sibilla ma anche da Ponte Gregoriano. Il glicine è stato piantato nel 1791 e se considerata la doppia sbocciatura ora si appresta a prepararsi per la 464° fioritura.

Esteso circa 80 metri quadrati, questa meraviglia è uno degli alberi monumentali del Lazio. E’ considerato il padre di tutti i glicini romani, l’unico a vantare un affaccio monumentale, e sull’antica Tibur.

Tra gli alberi monumentali del Lazio, quello di Tivoli è davvero unico. E’ un rampicante dal profumo intenso. Il colore dei fiori a grappolo, un viola delicato, è una grandiosa macchia che si vede fin dall’altra parte delle cascate.

Ha un tronco poderoso, simile a quello di un albero ad alto fusto, e tante braccia che da secoli fanno ombra a chi qui si ferma per rifocillarsi e per godere dello spettacolo.

Il glicine amato pure da Goethe

Sulla terrazza dei templi di Vesta e della Sibilla, i turisti arrivano a gruppi per vedere l’antica acropoli di Tivoli e la sua gola verde. Un paesaggio incantevole amato da Goethe, anche per il glicine.

La pianta è una Wisteria – come viene classificata in botanica la papilonacea originaria dell’ estremo Oriente – ed è stata piantata nel 1791, messa a rischio solo dall’abbondante neve con relativa gelata del 1983, ma prontamente salvata da un professore di agraria.

La perdita sarebbe stata davvero pesante per questo giardino magico protetto da un palazzetto del 1400, avviato a locanda nel 1720. Altro primato: il ristorante La Sibilla sarebbe il più antico d’Italia, tra i più antichi d’Europa.

Sarà per il glicine, per la veduta, per la cura sempre data a ingredienti e menu, e al servizio di sala, in linea con la storia sotto a questa pianta monumentale si sono seduti, tra i tanti, Leone XII, Federico Guglielmo III re di Prussia, il principe Girolamo Napoleone, gli scrittori Gabriele D’Annunzio e Johann Wolfgang von Goethe.

Nei tempi più moderni segretari di Stato e vicepresidenti Usa, l’imperatore Hiroito del Giappone, la principessa Margaret d’Inghilterra, la cantante Yoko Ono e Armstrong il primo uomo sulla luna.

Tivoli, è qui il glicine più antico d'Italia 1

Tivoli, è qui il glicine più antico d'Italia 2