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Omicidio del caporal maggiore, la fuga del tunisino coperta da tre fiancheggiatori

I tre fiancheggiatori avrebbero tentato di procurare documenti al tunisino

Il caporal maggiore lavorava all'ospedale militare del Celio

Almeno tre persone avrebbe coperto la fuga di Mohamed Abidi, l’ex calciatore tunisino di 30 anni arrestato in Francia per l’omicidio preterintenzionale di Danilo Salvatore Lucente Pipitone, il caporal maggiore dell’Esercito ucciso la notte tra il 10 e l’11 febbraio aggredito a Centocelle e ucciso con un paio di pugni.

I tre fiancheggiatori avrebbero tentato di procurare documenti al tunisino

Il trentenne dopo il delitto si era dato alla fuga e dopo due settimane era stato intercettato dalla Polizia in un piccolo borgo alla frontiera tra Francia e Spagna. Ora si attende il suo rientro in Italia.  (leggi qui)

Nel frattempo l’attenzione degli investigatori della Mobile di Roma, coordinata dal pm Gennaro Varone, si è concentrata su altri due connazionali di 29 e 33 anni rintracciati nei giorni scorsi in un ex hotel occupato in via Prenestina 944, luogo dove Mohamed Abidi avrebbe trascorso i primi giorni di fuga.

Il 29enne, in particolare, avrebbe assistito al pestaggio del graduato, infermiere nel reparto della Terapia Intensiva al Policlinico militare del Celio, e poi sarebbe scappato con l’amico senza prestare soccorso alla vittima morta in meno di 48 ore.

I due tunisini, insieme a una donna di 37 anni, indagati con l’accusa di favoreggoamento, sono accusati di aver tentato di procurare ad Abidi un passaporto per rientrare in Tunisia e sfuggire alla legge italiana, ma anche di averne coperto la fuga mentre era ricercato.

I documenti rubati

Nel corso delle perquisizioni a carico dei tre gli investigatori della Mobile hanno recuperato diversi telefonini, più foto tessere di Abidi e due carte d’identità in bianco che facevano parte dello  stock di documenti nell’Ufficio Anagrafe del IX Municipio una decina di anni fa.

Non è stata rintracciata invece la prostituta indicata come testimone dell’aggressione. Sembra si sia allontanata da Roma temendo ritorsioni.

Il tunisino non dovrà rispondere di omicidio volontario ma preterintenzionale. Secondo i magistrati ha ucciso il caporal maggiore senza averne l’intenzione.

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