Barriere acchiapparifiuti sul Tevere: rastrellati pure frigoriferi

Le barriere acchiapparifiuti verranno installate anche su altri fiumi: evitano l'afflusso in mare

Frigoriferi, scaldabagni, pneumatici e migliaia di bottigliette rastrellate. C’è una buona notizia per il Tevere e il suo ecosistema: la barriera acchiapparifiuti che in due anni ha rastrellato quasi dieci tonnellate di immondizia, anche voluminosa, resterà installata fino a giugno. Sei mesi in più rispetto al periodo programmato.

Le barriere acchiapparifiuti verranno installate anche su altri fiumi: evitano l’afflusso in mare

Il progetto, infatti, sta dando i suoi frutti. Ogni settimana l’azienda che ha ricevuto l’incarico dalla Regione Lazio di gestire la barriera acchiapparifiuti recupera quintali e quintali di materiali che poi vengono suddivisi e avviati al recupero, quando possibile.

A pianificare l’installazione delle barriere acchiapparifiuti, fino a fine dicembre piazzate anche nel letto dell’Aniene all’altezza di Casal de Pazzi e sul Garigliano nel territorio di Minturno, l’Ufficio di scopo Piccoli Comuni e Contratti di fiume.

Alla Pisana, però, è stato deciso di mantenere sul Tevere la barriera per intercettare i rifiuti in acqua almeno fino all’estate, all’interno delle azioni inserite dalla Regione Lazio nel Contratto di fiume del Tevere da Castel Giubileo alla foce.

Questo è un periodo caratterizzato da piogge e da un trasporto di materiali intenso” – afferma Cristiana Avenali, Responsabile Contratti di Fiume della Regione Lazio e Consigliera regionale – “abbiamo valutato l’importanza della presenza della barriera acchiapparifiuti sul Tevere, per la salvaguardia del fiume e del mare. Si tratta di un progetto che ci ha dato molte soddisfazioni in questi anni, e i risultati infatti confermano la scelta“.

Una montagna di rifiuti

Finora tra Tevere e Aniene sono stati raccolti oltre 12 tonnellate di rifiuti di cui più del 11% solo di plastica da bottiglie (PET), questo vuol dire, per dare un’idea, che abbiamo raccolto circa 32 mila bottiglie, oltre a vetro, tessuti, plastica di altra origine e poi scaldabagni, frigoriferi, bombole di gas e altro, e abbiamo evitato che tutto questo finisse in mare.

Questa delle barriere è una delle azioni che ha caratterizzato la nostra azione sui fiumi, le abbiamo posizionate oltre che sul Tevere, anche sull’Aniene e sul Garigliano, siamo stata la prima amministrazione pubblica a capirne l’utilità e stiamo facendo passi avanti nella tecnologia, per ottimizzare i risultati”, spiega Avenali. (leggi qui)

Sul Tevere, intanto da un anno è partita anche la raccolta di oli e idrocarburi.

Per il futuro la Regione Lazio estenderà la sperimentazione in tutta la regione grazie a 3 milioni di euro stanziati sul  Fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale.

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La lettera: “Il parcheggio c’è, ma mai aperto. Al posto delle auto i rifiuti”