Ostia, via i sigilli al Salus. Il tribunale: “Sequestro sproporzionato ed eccessivo”

Dopo nove mesi di chiusura il Tribunale di Roma torna sui suoi passi e dissequestra l’intero stabilimento ammettendo: “Assai confusa la piattaforma cautelare circa l’aggravio”

stabilimento balneare Salus aerea

Il concessionario dello stabilimento balneare “Salus” di Ostia ha vinto la sua battaglia. Il sequestro effettuato il 15 marzo per presunti abusi edilizi è stato “sproporzionato ed eccessivo”. Pertanto, vanno rimossi anche gli ultimi sigilli che ne tenevano inutilizzabile una parte e l’intero impianto balneare va restituito al concessionario.

Dopo nove mesi di chiusura il Tribunale di Roma torna sui suoi passi e dissequestra l’intero stabilimento ammettendo: “Assai confusa la piattaforma cautelare circa l’aggravio”

Dopo nove mesi di battaglie a suon di carte bollate e ricorsi legali, la società “ABC Beach srl”, concessionaria dello stabilimento balneare “Salus” di lungomare Paolo Toscanelli 117, ha visto riconosciuti i suoi diritti dal Tribunale. I giudici hanno riconosciuto la confusione fatta da chi avrebbe rilevato le ipotesi di abusi edilizi che avevano portato al sequestro del 15 marzo (leggi qui) e che già il 4 giugno erano stati corretti (leggi qui) con un parziale dissequestro.

In buona sostanza il gip Gabriele Tomei ha accolto il ricorso della società concessionaria dello stabilimento balneare che da subito (leggi qui) aveva sostenuto la regolarità della struttura. Va ricordato, infatti, che la società con relativo impianto in concessione erano stati acquisti nel 2014 attraverso un’asta fallimentare curata dal Tribunale stesso che, attraverso un Testimoniale di Stato, certificava come tutto fosse in regola (leggi qui). Un paradosso allucinante, con la stessa giurisdizione giudiziaria che contesta il suo operato.

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L’ingresso del Salus sigillato per l’avvenuto sequestro

Il dispositivo

Ecco cosa riconosce il Tribunale di Roma, sezione Gip/Gup Ufficio 2, nella sentenza di dissequestro depositata oggi 13 dicembre in Cancelleria. “Essendo assai confusa la piattaforma cautelare circa l’aggravio, a causa delle opere abusive in contestazione, di carico urbanistico (atteso che gran parte di esse sono state rimosse, o sanate o comunque risalenti nel tempo), e ravvisata la buona fede della società richiedente che si sta attivando per assentire a norma di legge l’intero stabilimento, il mantenimento del sequestro in rassegna deve reputarsi assolutamente sproporzionato ed eccessivo”.

La riapertura

Va ricordato che la vicenda è costata il posto di lavoro a 35 persone. Alcune di loro hanno lavorato a tempo parziale solo nei mesi estivi. Pertanto per la riapertura dello stabilimento “Salus” sarà necessario procedere prima al reclutamento di personale. E saranno indispensabili lavori di manutenzione e pulizia delle parti rimaste inutilizzate per nove mesi. Per questo motivo i concessionari reputano che la ripresa delle attività di bar e ristorazione non potranno riprendere prima del mese di febbraio prossimo.

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