Roma, maga del borseggio di etnia rom torna in carcere: da scontare quasi 18 anni

La "fuoriclasse" del borseggio, 36enne di etnia rom ed origine bosniaca, è tornata in carcere, nella Capitale, per scontare un cumulo di pene arretrate vicino ai 18 anni

Roma: Hrustic Mensura, la maga del borseggio di etnia rom e origine bosniaca tornerà in carcere nuovamente, questa volta per scontare un cumulo di pene complessivo enorme, pari a quasi 18 anni , nel dettaglio 17 anni, 10 mesi e 14 giorni tutti per reati relativi a furti aggravati e ricettazione.

La “fuoriclasse” del borseggio, 36enne di etnia rom ed origine bosniaca, è tornata in carcere, nella Capitale, per scontare un cumulo di pene arretrate vicino ai 18 anni

La donna 36enne, una vera maestra dell’arte dello scippo, tanto da venire venerata da tantissimi suoi “discepoli” dell’arte criminale, ha alle spalle un curriculum malavitoso costellato da anni ed anni di reati, perpetrati camuffandosi attraverso una trentina di false identità scoperte nel tempo dalle forze dell’ordine.

Ma adesso, dopo anni, per lei è arrivata la pesante notifica da parte dei carabinieri di Roma, che nella giornata del 6 dicembre le hanno notificato un ordine di custodia cautelare in carcere perché deve scontare altri reati a lei attribuiti nel tempo, su impulso della Procura capitolina.

Prelevata dalla sua abitazione, è tornata dunque in carcere a quasi sei anni dall’ultimo suo soggiorno dietro le sbarre.

Già, perché ovviamente il carcere la signora slava l’ha frequentato quasi più di casa sua, venendo detenuta in quelli femminili di Milano e Roma in diversi periodi, prima di uscirne definitivamente, dopo aver scontato altre pene, nel luglio del 2017.

Per ultimo aveva dovuto espiare un ultimo periodo di detenzione in un altro penitenziario, in quel caso arrestata dai carabinieri milanesi.

Da allora la “manolesta” viveva in un piccolo centro a nord-est della Capitale, con tanti piccoli e grandi allievi rom che andavano ad “istruirsi” da lei per perpetrare i propri furti.

Lei ha continuato comunque nelle sue condotte illegali muovendosi tra Roma- Tor Dè Cenci e Milano-Baranzate, dove aveva alcuni parenti domiciliati nei rispettivi campi rom del Lazio e della Lombardia.

Negli anni le sue “imprese” sono state scoperte puntualmente dalle forze dell’ordine, è stata ammanettata svariate volte tra il centro storico di Roma e quello di Milano.

La malvivente  sceglieva con cura i luoghi dove colpire ed ovviamente, aiutata da molti “adepti” di tutte le età, rubava di tutto e a man bassa.

Si muoveva nei pressi dei monumenti: a Roma agiva, per i suoi scopi “poco puliti”, tra Piazza Venezia, Via del Corso e dei Fori Imperiali.

Nel capoluogo della Lombardia invece era solita compiere le sue razzie tra la Stazione Centrale di Milano e il Duomo, luoghi sempre pienissimi di turisti e cittadini tutto l’anno.

Nel mese di novembre scorso, invece, vi avevamo dato la notizia della conferma, anche in appello, di tutte le pene inflitte agli assassini colpevoli dell’omicidio della 16enne Desirèe Mariottini, drogata e violentata in uno stabile del quartiere romano di San Lorenzo (leggi qui).

In quel caso, conferma totale delle pene per gli imputati. I giudici della Corte di Assise di Appello di Roma al termine di una camera di consiglio durata quattro ore, hanno accolto la richiesta del Procuratore generale e confermato in toto l’ergastolo sia per Mamadou Gara che per Yousef Salia, oltre ai 27 anni di carcere per Brian Minthe ed i 24 anni e sei mesi per Alinno Chima.

Gravissime e variegate le accuse ai loro danni che vanno dalla violenza sessuale, all’omicidio allo spaccio di sostanze stupefacenti nei drammatici accadimenti che hanno tolto la vita all’adolescente originaria di Cisterna di Latina.

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