Morte musicista Alberto Bonanni, arriva la sentenza: 4 condanne a 14 anni, fu omicidio volontario

I fatti di sangue avvennero in una calda notte estiva del 2011 ed il musicista morirà solo tre anni dopo. Accolte le richieste della Pm Silvia Sereni

Fonte Profilo Facebook "Forza Alberto Bonanni siamo tutti con te"

Come raccontatovi in un nostro articolo dell’aprile scorso (leggi qui), la partita relativa al processo per la morte del musicista di Roviano Alberto Bonanni, deceduto a Roma nel 2014 dopo tre anni di coma, non era chiusa, ed è arrivata la sentenza, che in verità era attesa per settembre: 4 condanne a 14 anni per omicidio volontario, questa la decisione del giudice, per il pestaggio in strada dell’uomo. Non è bastata la precedente condanna per tentato omicidio, con il passare del tempo e delle indagini la posizione dei quattro bruti è pesantemente peggiorata.

I fatti di sangue avvennero in una calda notte estiva del 2011 ed il musicista morirà solo tre anni dopo. Accolte le richieste della Pm Silvia Sereni

Tutto è avvenuto al termine del processo effettuato con il rito abbreviato, ed il giudice dell’udienza preliminare ha accolto la richiesta della procura condannando per l’accusa di omicidio volontario Carmine D’Alise,  Massimiliano Di Perna, Christian Perozzi e Gaetano Brian Bottigliero ed accogliendo le richieste della Pm Silvia Sereni.

I quattro imputati, come detto, erano già stati condannati in via definitiva per tentato omicidio, ma dopo la morte di Bonanni la procura di Roma ha riqualificato il fatto derubricandolo nell’accusa ad omicidio volontario e facendo ripartire il processo.

I fatti avvennero nella notte estiva del 26 giugno 2011, con Bonanni immerso nella movida di Rione Monti in compagnia di amici: qui venne malmenato con violenza inaudita e finì in coma, morendo anni dopo.

Recentemente, nel mese di ottobre scorso, è inoltre arrivata la sentenza per un altro processo, quello per la morte della giovane Maddalena Urbani (leggi qui).

Maddalena Urbani poteva essere salvata, questa la deduzione finale della I corte di Assise del tribunale di Roma, che il 24 ottobre scorso ha condannato a 14 anni di carcere Abdulaziz Rajab, il pusher siriano, che la notte del 26 marzo 2021 pur ospitando in casa la 21enne – figlia di Carlo Urbani lo scienziato che per primo isolò il virus della Sars – non chiamò i soccorsi pur sapendola in overdose.

La Corte, in particolare ha riconosciuto per il siriano l’omicidio volontario con dolo eventuale. Decaduta l’accusa di omicidio, invece, per l’amica di Maddalena. 

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