Riprende a Roma la stagione del flambus: in 24 ore sono andati a fuoco due mezzi. La notte scorsa è stato registrato un principio di incendio su bus dell’Atac che stava rientrando in rimessa.
Ancora flambus a Roma: in fiamme un bus che stava rientrando in rimessa
Il bus è stato avvolto dalle fiamme intorno all’1.30 di questa notte, mentre percorreva via Monti di Pietralata. Il mezzo stava rientrando in rimessa, senza passeggeri a bordo quando si è sviluppato un principio d’incendio dal vano motore. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Nessuna conseguenza per il conducente.
Il mezzo era in servizio da 18 anni e faceva parte del lotto dei bus in procinto di essere sostituito dai nuovi arrivi già previsti nel 2023.
Intorno alle tre di mercoledì 30 novembre, meno di 24 ore prima, un autobus della flotta della Roma Tpl è stato avvolto e distrutto dalle fiamme mentre era parcheggiato a motore spento.
L’allarme è stato dato dal personale della rimessa in via di Valleranello, 281. Ci sono indagini, in corso, per accertare le cause del rogo.
Sul posto i vigili del fuoco con due squadre e il personale del 118. L’autobus letteralmente divorato dal fuoco stazionava sul piazzale della rimessa quando è scoppiato l’incendio. Nessuna persona è rimasta coinvolta.
L’inchiesta flambus
Il fenomeno flambus da anni è sotto i riflettori della procura. Di recente i pubblici ministeri Mario Dovinola e Francesco Dall’Olio hanno firmato una richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di incendio colposo per 14 dipendenti di Atac. Spesso in seguito agli incendi scatta la segnalazione a piazzale Clodio. (leggi qui)
Sarebbero loro i responsabili del rogo di alcuni mezzi dell’Atac distrutti dalle fiamme tra il gennaio e l’agosto del 2019. Permettendo l’uso di mezzi di ricambio vecchi, autobus malmessi in strada nonostante e la manutenzione scarsa o inefficiente non avrebbero evitato i roghi sui bus.
In alcuni casi gli indagati, per lo più funzionari o responsabili delle rimesse, secondo la procura, avrebbero rimesso in servizio veicolo che avevano già “dato segni concreti e ripetuti di elevato rischio incendio”.
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