Ostia, a scuola il flash mob degli studenti per dire no ai femminicidi (VIDEO)

Il flash mob ideato e improvvisato durante l'ora di Murales, il singolare corso tenuto al liceo Anco Marzio

Flash mob al liceo per dire no ai femminicidi. In un reel che sta rimbalzando sui social gli studenti e le studentesse del liceo Anco Marzio ieri hanno detto a modo loro stop alle violenze sulle donne.

Il flash mob ideato e improvvisato durante l’ora di Murales, il singolare corso tenuto al liceo Anco Marzio

Una improvvisazione toccante che i ragazzi hanno realizzato in pochi minuti, in occasione della Giornata internazionale dell’eliminazione della violenza sulle donne.  Gli studenti hanno scritto la parola “Amore” in una parete all’atrio della scuola e poi l’hanno macchiata con le impronte di mani insanguinate.

A realizzare il flash mob gli studenti nelle ore di lezione di Murales. Nel liceo classico e delle scienze umane di Ostia, infatti, esiste uno specifico progetto, “il progetto Murales”, ritenuto altamente inclusivo, in cui si impara a creare opere d’arte sui muri.

Il docufilm

Non è la prima volta che gli studenti del liceo di Ostia si impegnano sulla tematica mostrando talento.

Nel 2020 hanno partecipato  alla realizzazione di un docufilm “Parlano le donne, finanziato dalla Presidenza del consiglio di ministri, dipartimento pari opportunità, poi proiettato anche sulla Rai.

Un documentario girato dal regista Roberto Orazi  a cui hanno partecipato da protagonisti Elisa Fedele e Paolo Pastore, due studenti del liceo che hanno intervistato altrettante donne vittime di violenza. Due sulle quattro protagoniste del documentario.

Nel reel di ieriracconta la professoressa di lettere Nicoletta De Simonei ragazzi hanno centrato il tema delle relazioni tossiche, dell’amore preso a pretesto per sottomettere, sfogare violenza, fino ad arrivare al sangue“.

Temi che grazie anche all’impegno del dirigente scolastico Maurizio Durante e della vice preside Carla Maria Madera Gentili hanno già affrontato più volte, anche grazie alla collaborazione della prof Tina Del Monaco. Nel caso del docufilm i ragazzi erano stati preparati da psicologi e criminologi per comprendere il fenomeno.

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