Covid, nuovo allarme: prevista un’ondata con sottovarianti di Omicron

Covid, il virus non si ferma: la variante BQ1 e la sottovariante BQ1.1 i ceppi dominanti da novembre. Avranno maggior capacità di sfuggire all'immunità

covid vaccini quarta dose

Proprio nelle stesse ore in cui in Senato, durante il dibattito sulla fiducia al governo Meloni, viene affrontato il tema salute e le scelte fatte durante la pandemia, arriva un nuovo allarme dell’Agenzia europea del Farmaco su un’imminente ondata di sottovarianti di Omicron.

Covid, il virus non si ferma: la variante BQ1 e la sottovariante BQ1.1 i ceppi dominanti da novembre. Avranno maggior capacità di sfuggire all’immunità

Come previsto dagli scienziati il Covid non si ferma (leggi qui). Non sarebbero ancora finite infatti, né le evoluzioni di questo virus che nelle prossime settimane esploderà in un nuovo picco di contagi, legati alle nuove sottovarianti Omicron, né lo stato di allarme che arriva dall’Agenzia europea del Farmaco.

Il tema della salute e le scelte del Governo legate alla pandemia sono stati trattati anche oggi durante il dibattito sulla fiducia al governo Meloni, in un confronto tra la senatrice Beatrice Lorenzin del Partito Democratico e la presidente del Consiglio: “Sono d’accordo con Lorenzin sul riconoscimento del valore della scienza – ha dichiarato Giorgia Meloni replicando in aula – e per questo penso che non dobbiamo scambiarla mai con la religione. Infatti, quello che non abbiamo condiviso dei vostri governi è il fatto che non ci fossero evidenze scientifiche alla base dei provvedimenti che prendevate”.

Le varianti di Omicron e i vaccini disponibili per combatterle

Sulle evidenze scientifiche e l’andamento della pandemia con le relative scelte da compiere è Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell’Ema a fare il punto della situazione: “La scorsa settimana la variante di Omicron BQ1 è stata identificata in almeno 5 Paesi europeiha spiegato Cavalieri – e l’Ecdc prevede che la variante BQ1 e la sua sottovariante BQ1.1 diventeranno i ceppi dominanti da metà novembre all’inizio di dicembre”.

Non è ancora chiaro se sarà più trasmissibile o causerà una malattia più grave rispetto alle varianti BA4 e BA5, mentre quello che si sa è che ha una maggiore capacità di sfuggire all’immunità conferita dalla vaccinazione: “Al momento ci sono sei vaccini a disposizione per la vaccinazione primaria, quattro vaccini adattati e otto terapie approvate nell’Unione europea. Altri due vaccini adattati sono inoltre in arrivo: Sanofi e Hipra“, ha concluso Cavalieri.

Con le nuove varianti, è parere dell’Oms che ci sarà un aumento della trasmissione ma non si registrerebbero cambiamenti nella severità della malattia, ma l’invito resta dunque quello di proseguire con la campagna vaccinale, approfittando anche della possibilità di immunizzarsi sia contro il Covid sia contro l’influenza poiché le previsioni sono quelle di una circolazione dei due virus in contemporanea sia in autunno che in inverno.️

I numeri del Covid in Italia

La vaccinazione congiunta è già in corso in molti Paesi europei tra cui l’Italia, dove è indicata una risalita dei contagi anche dall’analisi dello statistico Livio Fenga, senior lecturer del Centro di analisi, simulazione e modelli (CSAM) dell’università britannica di Exeter:

“Nei prossimi 30 giorni – ha sottolineato Fenga – si prevede un aumento del 4,9% dei casi di Covid-19 in Italia, che passerebbero così dai 499.999 positivi del 25 ottobre a circa 524.500″.

E’ parere dello statistico però che la situazione sia però molto instabile, probabilmente a causa del ruolo giocato dalla sottovariante BQ.1.1, nota come ‘Cerberus’. Gli incrementi previsti saranno soprattutto al Nord, con Trento (+15%), Veneto e Liguria (12%).

Nelle ultime 24 ore intanto sono oltre 35mila i nuovi contagi, con un tasso di positività al 16,16%, sostanzialmente stabile. In calo, ma sempre elevato, il numero delle vittime, 93 contro le 120 di ieri. Intanto diminuisce il numero generale dei ricoverati Covid negli ospedali sentinella Fiaso, in calo del 5%, ma la riduzione riguarda solo i ricoverati ‘Con Covid’ (-14,4%), cioè i pazienti arrivati in ospedale per altre patologie ma risultati positivi al tampone.

Ad aumentare invece sono stati i ricoveri per Covid (+4,7%), ed in particolare, secondo l’ultima rilevazione, del 25 ottobre, i non vaccinati rappresentano il 33,3% dei ricoverati in terapia intensiva e il 20% nei reparti ordinari. La restante parte di ricoverati è vaccinata da oltre 6 mesi e circa il 90% di chi ha contratto l’infezione e si trova in ospedale è affetto da altre patologie.

Nei reparti Covid ordinari c’è stato un calo del 6,8%, mentre nelle terapie intensive si trova una nuova oscillazione dei casi con un aumento di poche unità.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

Pronto soccorso al collasso: un ingresso in ambulanza ogni 90 secondi