‘Ndrangheta ad Anzio e Nettuno, Patitucci:«lo Stato fa poco»

Il segretario generale del Silp Cgil di Roma e del Lazio lancia l'allarme e chiede di rinforzare il locale Commissariato

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‘Ndrangheta  ad Anzio e Nettuno, il segretario generale del Silp Cgil di Roma e del Lazio, Antonio Patitucci lancia l’allarme e chiede maggiore organico per le forze dell’ordine.

Criminalità e ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno. L’allarme del sindacato

L’ultimo episodio di violenza che ha interessato il comune di Anzio, fa riesplodere l’allarme sicurezza.

Lo scorso 4 giugno infatti, in via Monte Celio, si è verificato un tentato omicidio nei confronti di un noto pregiudicato mentre viaggiava a bordo della sua auto con altre persone da parte di ignoti che viaggiavano su un ciclomotore.

Ricordiamo che i comuni di Anzio e Nettuno sono recentemente stati colpiti da numerose inchieste inerenti il traffico di droga e le infiltrazioni del crimine organizzato nella politica del litorale. Circostanze che hanno portato il Prefetto di Roma Matteo Piantedosi a valutare il commissariamento del Comune di Nettuno. Leggi qui

Il segretario generale del Silp Cgil di Roma e del Lazio, Antonio Patitucci lancia l’allarme e chiede maggiore organico per le forze dell’ordine

A lanciare l’allarme sicurezza anche Antonio Patitucci, segretario generale del Silp Cgil di Roma e del Lazio.

«Come ha dimostrato un servizio d’inchiesta di un noto programma televisivo, trasmesso recentemente – dichiara – la ‘Ndrangheta imperversa sul territorio, condizionandone in modo sostanziale l’economia locale, le campagne elettorali e ciò che ne deriva. A oggi i vertici politici locali non sono indagati. Ma è documentato come la piazza di Anzio e Nettuno sia uno dei centri principali per lo smercio della droga in Italia e in Europa. È notorio come la Ndrangheta, con note famiglie emigrate da oltre 30 anni, controlli il territorio e traffichi sul litorale. In tutto questo lo Stato cosa fa? Poco, troppo poco per contrastare efficacemente l’economia criminale che opera con forza e arroganza. Il Commissariato di P.S. di Anzio Nettuno ha un organico ridotto all’osso di poco più di 90 unità, con un’età media di circa 50 anni, con molti colleghi assenti in lunga degenza per malattia grave».

«Dei 14 sottufficiali in forza, tre sono assenti per gravi motivi e non rientreranno più, quattro andranno in pensione a settembre, due sono in malattia a seguito di intervento chirurgico. A settembre avremo solo 5 Uff. di P.G. effettivi rispetto una giurisdizione enorme in mano alla ndrangheta. Esce in media una sola autoradio, a volte due, ma comunque insufficienti per le reali esigenze di sicurezza del territorio. La squadra investigativa è composta di solo 6 unità, che però all’occorrenza si occupano anche di altro. Certamente lo scontro è impari, il crimine organizzato con questi numeri, al di là di ogni sacrificio o professionalità dei colleghi e delle colleghe, ha gioco facile. Èinutile chiedere al Questore di Roma: non ha uomini disponibili e con quelli che ha fa già troppo.»

Il Silp Cgil «spera che il Governo Draghi e il Ministro dell’Interno Lamorgese, si rendano conto che ad Anzio e Nettuno esiste una situazione molto più cruenta e pericolosa di Ostia. Occorre da subito rinforzare in modo sostanziale il locale Commissariato di P.S., se si vuole affermare la presenza dello Stato e combattere realmente la ‘Ndrangheta. Occorre inoltre fare nell’immediato una campagna concorsuale straordinaria in Polizia. C’è un’imminente emergenza sicurezza nel Paese e non solo ad Anzio, tra poco più di quattro anni andranno in pensione oltre 35.000 poliziotti e siamo già in ritardo con il turnover. Nel gennaio 2026 rischiamo di ritrovarci con poco più di 60mila unità a fronte delle attuali 95mila. Se così sarà il crimine organizzato, con i soldi del Pnrr, si leccherà i baffi. È il momento che la nostra classe politica si renda conto della gravità di quanto asserito, per il bene di una sana economia e di una legalità viva, indispensabili per una democrazia in buona salute, che dia una prospettiva positiva alle nuove generazioni».

 

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