Il calcio scosso dalla morte del Re Mida dei procuratori: si è spento Mino Raiola

Le condizioni del "Re Mida" dei procuratori si erano pesantemente aggravate nel gennaio di quest'anno. Tra i suoi assistiti più celebri Ibrahimovic, Pogba, Donnarumma, Haaland, De Ligt, Verratti ed in passato Hamsik, Insigne e Balotelli

Fonte profilo instagram ufficiale di Mino Raiola

Mondo del calcio scosso dalle fondamenta per la morte avvenuta a Milano, a 54 anni, di uno tra i procuratori più potenti e famosi del mondo, se non il più celebre, Mino Raiola. La notizia è stata confermata con un comunicato ufficiale di pochi minuti fa, 30 aprile, redatto dalla famiglia e rilanciato dalla agenzia di stampa Adnkronos.

Le condizioni del “Re Mida” dei procuratori si erano pesantemente aggravate nel gennaio di quest’anno. Tra i suoi assistiti più celebri Ibrahimovic, Pogba, Donnarumma, Haaland, De Ligt, Verratti ed in passato Hamsik, Insigne e Balotelli

 Proprio il potentissimo agente italo-olandese si era indispettito pochi giorni fa per la pubblicazione anticipata da parte della maggior parte dei mass media italiani della comunicazione errata della sua morte, quando aveva scritto in un post social: “Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato – le parole apparse sui suoi account Twitter e Instagram ufficiali –. È la seconda volta in 4 mesi che mi uccidono. Sembro anche in grado di resuscitare

Di certo è stato il numero uno incontrastato dei procuratori italiani da decenni, era malato da tempo ed aveva recentemente subito un delicato intervento chiurgico nel gennaio scorso, per poi aggravarsi fino a morire quest’oggi.

Proprio lo scorso 12 gennaio erano rimbalzate potenti come vere e proprie bombe indiscrezioni poi “ridimensionate” da lui stesso come “controlli programmati”, sulle sue condizioni di salute ormai gravi: era stato operato all’ospedale “San Raffaele” di Milano per una patologia polmonare non legata a un’infezione da Covid.

Allora tuttavia il suo entourage, si affrettò a precisare le cure a cui si era sottoposto rientravano in un ciclo di controllo programmati da tempo, e non era in terapia intensiva né in pericolo di vita.

Mino Raiola nacque a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, da una famiglia di Angri, il 4 novembre 1967.

Da lì partì la sua scalata al mondo dorato del pallone professionistico facendogli guadagnare centinaia di milioni di Euro, tanto che Forbes nel 2020 lo aveva inserito al quarto posto al mondo tra i procuratori con un fatturato da 84,7 milioni di dollari avendo concluso affari per 847,7 milioni di dollari.

Tra le sue stelle attuali primo fra tutti il bomber svedese del Milan Zlatan Ibrahimovic, per cui era quasi un secondo padre (apparve anche, interpretato da un sosia, nell’ultimo film autobiografico dell’attaccante, ‘Zlatan’) ma anche Paul Pogba, Matthijs De Ligt, Marco Verratti, Erling Haaland e Gianluigi Donnarumma, portato proprio in estate con contratto faraonico ai francesi del Paris Saint Germain.

Da Ibrahimovic a Robinho, Pogba, Balotelli, Lukaku, De Ligt, passando per i “napoletani” Hamsik ed Insigne, solo per citare alcuni dei trasferimenti principali.

Celebre la sua battaglia contro la Fifa, tanto che negli ultimi anni Raiola, assieme ai colleghi Mendes, Barnett e Manasseh, ha creato un’associazione di super procuratori in aperto contrasto con la Fifa e con l’obiettivo di riformare la categoria dei rappresentanti dei calciatori.

La sua famiglia emigrò poco dopo la sua nascita ad Haarlem, in Olanda.

Il padre, allora meccanico, aprì con successo un’attività di ristorazione, in cui il giovane Mino venne impiegato come cameriere.

Allo stesso tempo conseguì la maturità classica e frequentò per due anni l’università, iscrivendosi alla facoltà di giurisprudenza.

 Era poliglotta, parlando fluentemente ben sette lingue: italiano, inglese, tedesco, spagnolo, olandese, portoghese e francese.

Iniziò a giocare a calcio nelle giovanili dell’Haarlem, ma smise all’età di diciotto anni.

Nel 1987 divenne responsabile del settore giovanile della squadra.

Da quell’anno, intraprese la carriera imprenditoriale, acquistando (e poi rivendendo) un ristorante della compagnia McDonald’s ed entrando nel consiglio degli imprenditori di Haarlem.

A soli vent’anni fondò una propria prima società di intermediazione, la Intermezzo.

Nel frattempo divenne direttore sportivo dell’Haarlem.

Grazie a un accordo con il sindacato dei calciatori divenne poi rappresentante all’estero dei giocatori olandesi Nel 1992 portò l’attaccante Bryan Roy al Foggia, suo primo grande “colpo di mercato” mentre nel 1993 intercorse come mediatore nella trattativa che portò i nazionali olandesi Dennis Bergkamp e Wim Jonk dall’Ajax all’Inter.

Divenne poi agente FIFA e abbandonò le altre attività.

Fondò la società Sportman con sede a Montecarlo, ma con uffici di rappresentanza anche in Repubblica Ceca, Olanda e Brasile.

Negli anni successivi trattò alcuni giocatori per il mercato italiano, come Michel Kreek e Pavel Nedvěd.

Acquisì notorietà grazie ai calciatori molto famosi da lui seguiti e alle trattative milionarie in cui venne coinvolto curando gli interessi dei giocatori stessi: fece scalpore quando avvenne nel 2009, il passaggio di Zlatan Ibrahimović dall’Inter al Barcellona, circostanza nella quale Raiola firmò una clausola in virtù della quale avrebbe guadagnato 1,2 milioni di euro annui, pagati dal Barcellona fino al 2014.

Nell’estate del 2010 e nel corso del calciomercato invernale del 2011 il “Re Mida” dei procuratori calcistici operò da mediatore nelle trattative che condussero Ibrahimović, Robinho, Mark van Bommel, Urby Emanuelson e Dídac Vilà al Milan e Mario Balotelli al Manchester City.

Nell’estate del 2012 fu protagonista del passaggio di Ibrahimović dal Milan al Paris Saint-Germain e di Paul Pogba dal Manchester Utd alla Juventus. Nel gennaio del 2013 si occupò del trasferimento di Mario Balotelli dal Manchester City al Milan.

Nel 2014 cura il trasferimento di Mario Balotelli dal Milan al Liverpool e portò a termine la trattativa per il rinnovo del contratto di Pogba, legato alla Juventus fino al 2019.

L’estate del 2016 lo vide concludere molti ingaggi dei suoi assistiti con il Manchester United: si trasferirono nelle file dei Red Devils lo svincolato Ibrahimović, Henrik Mkhitaryan dal Borussia Dortmund e Pogba dalla Juventus; grazie a quest’ultimo trasferimento (all’epoca il più costoso della storia del calcio) si assicurò 25 milioni di euro di commissione.

Nell’estate del 2019 concluse svariate operazioni, la più importante delle quali fu il trasferimento dell’olandese Matthijs de Ligt dall’Ajax alla Juventus per 75 milioni di euro complessivi e di Kōstas Manōlas dalla Roma al Napoli per 36 milioni.

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