Alla fine sono dovute scattare le manette per fermare gli stalker dell’avvocato anti-bivacco del Pigneto. Nonostante i tre ordini di espulsione da Roma emessi nei giorni scorsi (leggi qui) i principali persecutori dell’avvocato – tre cittadini nordafricani spesso ubriachi, perditempo e sotto effetto di droghe – avevano infatti continuato a gravitare sotto lo studio dell’avvocato, tanto che si era ritrovato di nuovo la targa spaccata e sotto minaccia.
Le persecuzioni contro l’avvocato erano continuate nonostante gli ordini di allontanamento da Roma: ieri sono scattate le manette
Avevano continuato a muoversi, come già contestato dall’autorità giudiziaria, “da padroni della zona”.
Ieri ai tre quindi la Polizia di Stato ha notificato l’ordine di arresto emesso dall’autorità giudiziaria. Per i tre infatti è scattato l’aggravamento della misura non avendo rispettato l’ordine di allontanamento dalla Capitale.
Le contestazioni
In base alle prime contestazioni i tre in concorso tra di loro con condotte reiterate avevano minacciato e molestato l’avvocato Giovanni Ferrari con studio nella zona Pigneto “area nota per lo spaccio e il consumo all’aperto di sostanza e dove gli stessi indagati in gruppo con altri soggetti identificati non compiutamente bivaccavano e consumavano droghe. In particolare tra i tanti a partire dalla fine del 2021 si rivolgevano con fare aggressivo nei confronti dell’avvocato che li invitava a lasciare pulito lo studio rispondevano con offese e minacce sostenendo che erano loro “i padroni della zona”.
Le minacce e le aggressioni
L’avvocato del Pigneto nelle scorse settimane era stato persino aggredito solo per aver invitato i molestatori ad allontanarsi. “Sono stato aggredito più volte, minacciato a colpi di macete e qualche giorno fa mi hanno anche spaccato la targa dello studio”, aveva detto a Canaledieci.it
“Non solo l’avvocato contro i pusher”, aveva però avvertito, “Non è così. Voglio solo riprendermi i miei spazi. Le pare possibile dover fare lo slalom in mezzo a queste persone per raggiungere la porta del mio studio? Lo studio me lo stanno violentando: fanno pipì, escrementi, si drogano, si menano”.
Ad attrarre quel flusso di disperati e alcuni anche mascalzoni gli scalini d’ingresso alla studio penale, in via Ascoli Piceno. “Sono gli unici del tratto e li usano come poltrone, come punto di avvistamento. Sarà perché sono alti. Non c’è modo per allontanarli…“, aveva precisato il penalista.
In segno di solidarietà col penalista e contro il degrado del Pigneto era stata anche organizzata una manifestazione di solidarietà.
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Pigneto, sit-in di solidarietà all’avvocato aggredito dai pusher