Medici e infermieri ucraini: a pochi giorni dal decreto aiuti, oltre 1000 richieste per averli

Esercizio temporaneo per medici e infermieri ucraini. AMSI e UMEM: "Polemiche inutili su questo decreto solo per i professionisti dell'Ucraina"

Roma: con il Decreto “Misure Urgenti per l’Ucraina” del 21 marzo scorso, con la deroga alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie per medici e infermieri ucraini, agli operatori sanitari provenienti da questo paese attualmente dilaniato dalla guerra, l’Italia ha dato la possibilità di esercitare la professione sull’intero territorio nazionale per 12 mesi.

Dalla data di pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale, da tutte le regioni italiane sono iniziate ad arrivare moltissime richieste per questi professionisti, e sulle quali l’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l’Unione Medica Euro mediterraneo (UMEM), hanno comunicato in soli dieci giorni, già il ragguardevole risultato di 1000 richieste.

Esercizio temporaneo per medici e infermieri ucraini. AMSI e UMEM: “Polemiche inutili su questo decreto solo per i professionisti dell’Ucraina”

E’ un bilancio positivo quello di Amsi e UMEM, sulla reazione nazionale all’inserimento nelle strutture italiane di medici e infermieri ucraini per un anno, previsto dal decreto del 21.03 2022 “Misure Urgenti per l’Ucraina”. Una possibilità di esercizio temporaneo della professione nelle strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private, di medici e infermieri ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, e che sin dai primi giorni di attuazione a partire dalla data del decreto, ha visto fioccare richieste da tutta Italia.

Le maggiori chieste sono arrivate dal Veneto (250), a seguire Lombardia (130) e Piemonte (90) ma anche in Sicilia la necessità manifestata per medici e infermieri è stata di 80 risorse al momento. In Liguria ed Emilia Romagna pari richieste fino ad ora per 70 figure professionali e a seguire Lazio (60), Campania (40), Umbria (35), Sardegna (35), FVG(20),Toscana (25), Calabria (15), Abruzzo e Trento (10) – specificano in una nota comune AMSI e UMEM”.

Ecco chi sono i medici e gli infermieri ucraini arrivati nel nostro paese

Sono circa 2200 i professionisti della sanità ucraini arrivati dall’Ucraina fino ad oggi nel nostro paese. Si tratta per la maggior parte di donne (al 95%), che svolgono in maggior numero la professione infermieristica, ma una buona percentuale di loro sono anche medici generici e psicologi, che ben presto verranno collocati presso molte strutture pubbliche, private e Residenze sanitarie assistenziali che ne hanno fatto già richiesta in tutte le regioni italiane, a pochi giorni dal Decreto con il riconoscimento della loro professione sul territorio nazionale.

“Noi come sempre e in forma di volontariato gratuito, difendiamo tutti i professionisti della sanità italiani e di origine straniera ed il diritto alla salute – ricordano l’Amsi e l’UMEM -. Ma ci dispiace leggere numerose polemiche nei confronti dei medici e infermieri ucraini dopo questo decreto, che assomiglia al Decreto Cura Italia Articolo 13 ma con finalità diverse. Entrambi sono stati pensati con l’intento della solidarietà, sia il primo nei confronti dell’Italia che il secondo nei confronti dell’Ucraina e sempre per tempo determinato”

Ad essere difeso è soprattutto il valore della solidarietà e dell’umanità in questa fase veramente critica, in cui il permesso temporaneo per lo svolgimento della professione dato dallo Stato italiano, tende la mano a questi operatori intervenendo con un “qui e subito” che potrà rivelarsi comunque prezioso nel nostro paese in un momento di fine emergenza, ma solo su carta.

Per chi di loro deciderà di rimanere in Italia per altro, resta pacifico che dovranno svolgere la pratica per far riconoscere il loro titolo di laurea in Italia, da superare oltre all’esame in lingua italiana per iscriversi all’Ordine professionale. Un iter necessario, da ottemperare, così come è sempre stato per i numerosi medici e infermieri stranieri in Italia.

“Tanti chiedono perché questo trattamento solo i professionisti dell’Ucraina e non è stato fatto per altri paesi (Siria, Iraq, Sudan, Somalia, Tunisia ecc ) a questo deve rispondere il Governo Italiano. Per questo evitiamo polemiche inutili e gratuite e cerchiamo di costruire il nostro presente e futuro su solidarietà, dialogo e rispetto reciproco – ha dichiarato il Presidente Amsi e UMEM Foad Aodi nonché membro commissione Salute Globale Fnomceo – esprimendo solidarietà anche ai professionisti della sanità russi che hanno subito discriminazioni in Italia”.

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