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Parco della Madonnetta, un anno dopo la morte di Riccardo. La madre: “Situazione peggiorata” (VIDEO)

La situazione al parco della Madonnetta era e rimane pericolosa. Anche dal punto di vista igienico la situazione non è migliorata. Ci sono rifiuti ovunque

“Ad un anno dalla morte di Riccardo non è cambiato nulla al Parco della Madonnetta”(leggi qui). E’ lo sfogo su Facebook di Daniela Salustri, madre di Riccardo Pica, che ha girato alcuni video e scattato diverse foto per documentare il degrado nell’area.

La situazione al parco della Madonnetta era e rimane pericolosa. Anche dal punto di vista igienico la situazione non è migliorata

Era venerdì 26 febbraio (leggi qui), quando Riccardo Pica, un ragazzo nato nel 2005 residente ad Acilia stramazzava privo di vita sul marciapiedi di via Bruno Molajoli, al parco della Madonnetta. Si scoprirà che era inseguito da un clochard che lo minacciava brandendo un oggetto (leggi qui): per quell’uomo è stato chiesto il rinvio a giudizio (leggi qui).

Gli adolescenti incuriositi da quanto accaduto a Riccardo ormai un anno fa entrano sempre più di frequente nell’area che nessuno ha pensato di chiudere. La situazione era e rimane pericolosa. Anche dal punto di vista igienico la situazione non è migliorata. Ci sono rifiuti ovunque. Nonostante il Campidoglio a novembre 2021 abbia disposto la messa in sicurezza del Parco della Madonnetta, nulla è stato ancora fatto (leggi qui).

L’Assemblea Capitolina impegnava il Sindaco e la Giunta affinché venissero destinati idonei fondi al fine di procedere in tempi brevi alla manutenzione ordinaria del Parco della Madonnetta e degli immobili ubicati onde restituirne il decoro, nonché la messa in sicurezza della struttura relativa alla ex palestra mediante la chiusura dei varchi di accesso alla stessa.

“La situazione al Parco della Madonnetta è sempre più pericolosa – dice Daniela Salustri durante il video – il 26 febbraio sarà un anno che non c’è più mio figlio. Sono cadute le travi a terra, perché il legno è deteriorato. Ancora non fanno niente. I ragazzi continuano a venire, ma a nessuno importa di restituire un po’ di sicurezza all’area”.

“Nei locali abbandonati in cui viveva il famoso “barbone” che ha inseguito Riccardo e che nel frattempo si è trasferito in via di Acilia, ora ci sono altre persone (leggi qui). Il parco è pieno di voragini, i tombini sono aperti. Intervenite prima che muoia un’altra persona”, chiude Salustri in maniera accorata.

Sul post Facebook, la mamma di Riccardo rincara la dose attaccando le istituzioni: “La più completa indifferenza. Tutto peggio di prima. Ma il Comune? E il Decimo Municipio?”

Parco della Madonnetta, la storia di Riccardo

Venerdì 26 febbraio 2021, è deceduto Riccardo Pica, un ragazzo nato nel 2005 residente ad Acilia. Il giovanissimo è stato stroncato da un malore, mentre correva su via Bruno Molajoli, al parco della Madonnetta, ex punto verde qualità del Comune di Roma, inseguito da un uomo che impugnava un’accetta.

La mamma, Daniela Salustri, è tornata a chiedere più volte la pulizia dell’area e la chiusura delle strutture fatiscenti e pericolanti (leggi qui), ma non è accaduto niente. Malgrado a denunciare la pericolosità dell’area siano stati anche i Carabinieri, con tanto di documento video, prima della morte del ragazzo (leggi qui).

Riccardo ha subito un evento aritmico con alterazione della funzionalità ventricolare sinistra ed edema polmonare acuto, derivante dalla disfunzione cardiaca (leggi qui)
Si è verificata una insufficienza cardiocircolatoria acuta irreversibile su base verosimilmente aritmica in soggetto portatore di ipertrofia ventricolare sinistra di lieve entità e dimensioni ridotte dei due rami coronarici di sinistra.

Nel parco soprannominato “della vergogna”, i cittadini hanno segnalato ancora oggi illeciti gravissimi. All’interno, cumuli di immondizia e materiali ingombranti bruciano da diversi giorni sotto il controllo di chi li trasporta illegalmente (nel video).

Dalle testimonianze di alcuni cittadini, sembrerebbe che suppellettili e rifiuti vengano inseriti all’interno da alcuni soggetti che con un furgoncino chiuso e un automezzo scoperto entrano nel piazzale dal cancello superiore del Centro Sportivo, per scaricarli nella parte posteriore dello stabile e dargli fuoco.

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