Roma, è riuscito il primo doppio trapianto osseo autologo

Il paziente curato è un lavoratore manuale di 50 anni che dal 2019 a seguito di un grave trauma lottava per ritrovare la completa funzionalità dell'arto

Un primato mondiale è stato raggiunto dall’Azienda ospedaliero-universitaria del Sant’Andrea, presso cui è perfettamente riuscito il primo doppio trapianto osseo autologo cortico periostale, con la completa consolidazione di entrambe le fratture di ulna e radio e la totale ripresa della funzionalità dell’avambraccio del paziente.

Il paziente curato è un lavoratore manuale di 50 anni che dal 2019 a seguito di un grave trauma lottava per ritrovare la completa funzionalità dell’arto

L’intervento è stato eseguito mediante tecnica microchirurgica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria e la procedura operatoria amplia così a dismisura l’orizzonte della chirurgica ortopedica, introducendo un approccio non convenzionale che, con il prelievo di tessuto osseo autologo da due diverse zone corporali, con tanto di contestuale immediato innesto.

Tutto questo consente la guarigione di fratture anche molto ampie caratterizzate da consistente perdita ossea.

Il paziente in questione è un lavoratore manuale di 50 anni che aveva subito un trauma nel 2019 e, nonostante diversi interventi chirurgici, presentava ancora una mancata consolidazione di entrambe le ossa dell’avambraccio, con dolore e grave limitazione funzionale del gomito, del polso e della mano.

Nel maggio del 2021 l’èquipe ortopedica del professor Andrea Ferretti, direttore del reparto Ortopedia del nosocomio capitolino e ordinario di Ortopedia presso Sapienza Università di Roma, propone a quel punto questo rivoluzionario approccio microchirugico per la risoluzione del problema.

Guidata in sala operatoria dal professor Matteo Guzzini, ortopedico e microchirurgo, associato presso Sapienza, l’èquipe innesta nei vecchi focolai di frattura due lembi di tessuto osseo e periostio prelevati da entrambe le ginocchia del paziente, insieme ad un peduncolo vascolare arterioso.

L’originale approccio, con doppio prelievo e trapianto, ha permesso la simultanea progressiva guarigione di entrambe le ossa, senza creare alcun disturbo funzionale nelle due ginocchia.

Dopo 9 mesi, la completa funzionalità dell’arto e la soddisfazione del paziente certificano la validità della tecnica che oggi apre la porta a nuove interessanti prospettive per il trattamento degli esiti di fratture con mancata consolidazione.

A tutti gli effetti la scuola di Ortopedia del Sant’Andrea, targata La Sapienza, si riconferma come un polo di eccellenza Riconosciuto all’interno della comunità scientifica internazionale, e continua a rappresentare un faro  luminosissimo per pratiche cliniche all’avanguardia, incessantemente alla ricerca di approcci chirurgici di ultima generazione.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

Roma, all’ospedale San Giovanni la prima selezione per medici immigrati